Cosa racconta l’Asia

10 Women-Writers Reading

Quando, quasi tre anni fa, proposi a Giunti Editore di costiture una nuova casa editrice dedicata alla narrativa asiatica, avevo una sensazione precisa: che in questi paesi pronti a emergere sulla scena globale gli scrittori e gli intellettuali in genere avrebbero voluto in qualche modo affrontare tematiche a noi già note (la liberazione della donna, i diritti dei lavoratori, la nascita di relazioni nuove perchè slegate dal luogo di appartenenza originario). E trovavo interessante questa sorta di ritorno, di seconda volta: in che modo questi altri, da mondi lontani, passano per tappe che noi abbiamo superato? Cosa vedono di nuovo? Come mutuano dalle nostre esperienze o, al contrario, le trasfigurano? Per questo ho voluto proporre romanzi centrati sul tema dell’omosessualità, o sul legame tra populismo e malaffare, o sulla scomparsa delle tutele sociali.
LE DONNE DI SAMAN di Ayu Utami, che arriva oggi in libreria, segna un momento importante della storia dell’Indonesia, un decennio fa: la fine della dittatura, l’affermarsi della democrazia. Lo fa – e questo ci spiazza – seguendo il percorso di quattro giovani donne e dell’affermarsi della loro sessualità, più o meno liberata. E mette a confronto questo percorso con quello di due uomini a cui alcune di loro sono o sono state legate, due combattenti, impegnati nella difesa dei diritti della collettività o dei più deboli. Quello che sorprende è la sincronicità con la quale questi percorsi di liberazione si affiancano e contaminano. Come se, tanto per fare un esempio, in Italia avessimo davanti agli occhi nello stesso momento il 25 aprile, l’autunno caldo operaio e sindacale, e il femminismo di fine anni settanta. In un romanzo che, come si disse largamente in Indonesia (100.000 copie vendute), si legge tutto d’un fiato.
Ayu Utami è la prima e più famosa rappresentante di una generazione di giovani autrici che puntando lo sguardo sulla propria interiorità finiscono per rovesciare e scardinare tradizioni di vita secolari in un paese musulmano, ma in grande movimento verso una nuova modernità. Qui vi presento Komunitas Salihara, uno dei centri multidisciplinari più attivi di Jakarta, dove artisti, scrittori, cineasti e autori teatrali si incontrano. Il 3 aprile Salihara ha riunito una dozzina di queste giovani autrici, che sono oramai un’icona nel panorama letterario indonesiano. La loro narrativa (definita Sastrawangi e cioè fragrante), scandalosa per i benpensanti, ma vivificante per i curiosi, ha segnato la produzione culturale dell’ultimo decennio in Indonesia. Entrate in questo sito, e fatevi un bel giro:

http://www.salihara.org/main.php?type=detail&module=home&menu=parent&parent_id=6&id=

  • http://tabaccherieorientali.blogspot.com/ Klara

    Non vedo l’ora di leggerlo! L’Indonesia è un paese molto interessante, da tutti i punti di vista. La mostruosa Giacarta/Jakarta mi ha insegnato moltissimo. Penso che, al di là dell’inimitabile ndia, sia un paese culturalmente e umanamente incredibile. Tante isole, tante culture nelle culture. Mare aperto, mondi aperti. Storie ovunque, da leggere, ascoltare, scoprire.

  • http://indian-words.blogspot.com Silvia

    Anche io non vedo l’ora di leggerlo e anche io sono molto incuriosita dall’Indonesia (ci sono stata proprio recentemente) e dalla sua grande diversità culturale, religiosa e di modi di vita: dalla metropoli di Jakarta alle isolette dove l’unico mezzo di trasporto sono i carretti con i cavalli!

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