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Tutti i post su diritti umani

La storia di Xu Zhiyong

Su east Simone Pieranni racconta le vicende giuridiche che stanno interessando l’avvocato cinese Xu Zhiyong, recentemente condannato a 4 anni di carcere per “disturbo dell’ordine pubblico”.

Ci si chiede nell’articolo perché la sua vicenda, piuttosto nota in Cina, non abbia riscontrato lo stesso interesse in Occidente rispetto ad altri casi.

La risposta è probabilmente nella mancanza di legami del suo movimento politico con le proteste del 1989, e anche nella complessità del suo messaggio politico (incentrato nella trasparenza sui guadagni dei funzionari pubblici), che ha trovato meno interesse nei media occidentali.

 

I social network e i nomi reali in Cina

Questo articolo di Tea Leaf Nation cerca di fare il punto sull’obbligo di registrarsi sui social network in Cina utilizzando il proprio nome reale, obbligo previsto per legge ma mai del tutto entrato in vigore. L’autore dell’articolo fa un parallelo con il Muro della democrazia, diventato nel 1978 un luogo simbolico di protesta di Pechino, poi chiuso attraverso una sorta di politica dei nomi reali dell’epoca.

Nel mondo digitale le cose però vanno diversamente, e la presenza di più muri, dai confini meno identificabili, rende praticamente impossibile seguire e perseguire tutti i nuovi strumenti di comunicazione.

Come sta Liu Xia

Il blog ParteCineseParteNopeo racconta dell’ultima uscita pubblica di Liu Xia, moglie del premio Nobel per la pace 2010 Liu Xiaobo, agli arresti dal 2009. Costretta agli arresti domiciliari, nonostante non sia formalmente accusata di nessun reato, nel corso di un trasferimento in tribunale è riuscita  a gridare: «Dite a tutti che non sono libera. Nessuno è libero».

Un’intervista ad Ai Weiwei

In questa breve intervista Ai Weiwei parla dei suoi progetti futuri una volta che il divieto che gli impone di non poter lasciare il paese sarà rimosso (cosa che sarebbe dovuta avvenire pochi giorni fa), definendo il viaggiare come un diritto umano.

Via: @shanghaiist

Scarcerati 20 politici in Birmania

Nell’ambito di un’amnistia presidenziale sono stati recentemente scarcerati 20 attivisti politici birmani che si trovavano agli arresti.

Aung San Suu Kyi, che recentemente si è recata in Europa dove ha ritirato il Nobel per la Pace che aveva vinto nel 1991, ha chiesto la liberazione di altri 330 prigionieri politici ancora detenuti.

Via: @simopieranni

No Enemies, No Hatred

Segnaliamo questa esaudiente scheda di No Enemies, No Hatred, libro che raccoglie poesie e saggi di Liu Xiaobo, raccontando anche molto del personaggio e delle sue attività.

Interessante anche la conclusione, che riporta l’accusa contro Liu Xiaobo. A parte il più noto e diffuso manifesto Charta 08, gli altri articoli online su cui era basata avevano ricevuto la media piuttosto modesta di 440 visualizzazioni.

Via: Paper Republic

 

Sulla morte di Li Wangyang

Qualche giorno fa è stato trovato morto in carcere Li Wangyang, mentre scontava una condanna in carcere per i fatti di Tienanmen.

La versione ufficiale parla di suicidio, ma amici e parenti tendono a escludere l’ipotesi, anche a causa delle difficoltà di movimento causate dal suo stato di salute. In Rete è partita una campagna per chiedere di far luce sull’accaduto.

Aggredita Ye Haiyan

Ye Haiyan, nota per la sua attività in difesa delle donne che si prostituiscono in Cina, ha recentemente subito un’aggressione da parte di un gruppo di otto uomini, e successivamente anche delle minacce telefoniche.

Ha raccontato l’accaduto in un post del suo blog, tradotto in inglese da Shanghaiist.

Lo speciale di China Files su Tian’anmen

China Files dedica uno speciale per il 23° anniversario della repressione della protesta di piazza Tian’anmen. Si parte con un’intervista a Ding Ziling, fondatrice del movimento delle Madri di Piazza Tian’anmen.

Nello stesso articolo sono poi linkate altre risorse interessanti sull’argomento.

Patriottismo alla cinese

Lo scrittore Li Chengpeng parla in questo articolo della sua idea di patriottismo e di come questa sia mutata, partendo da alcuni episodi legati al terremoto del Sichuan nel 2008.

Si sofferma in particolare sulla figura di un funzionario pubblico che salvò indirettamente molte vite semplicemente rispettando le regole già esistenti sulla costruzione degli edifici. Parlare di quell’uomo poteva generare instabilità, ed era vietato anche solo nominarne le generalità, così come era proibito diffondere i nomi delle vittime del terremoto.

Lo stesso Li Chenpeng, che ha un blog e 5 milioni di follower su Weibo, viene spesso accusato di essere un traditore al soldo delle potenze occidentali nemiche.

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