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    La casa editrice di Andrea Berrini, scrittore e saggista. L’obiettivo: scoprire e tradurre narratori contemporanei asiatici che propongono scritture innovative.
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Tutti i post su opinioni

Doppiozero: Asia a perdita d’occhio

L’articolo di Andrea Berrini sulla Corea del Nord e più in generale sulla situazione attuale del Sud Est asiatico, già comparso su In diretta dall’Asia, ora è anche su Doppiozero come editoriale della settimana.

Impressioni sulla London Book Fair

Paper Republic fa un punto sulla recente London Book Fair, che ha avuto la Cina come paese ospite. Tra le riflessioni, l’idea che sia stata da un lato un’occasione sprecata, per la mancanza di un reale contatto con gli autori, dall’altro che la loro presenza non troppo spettacolarizzata abbia anche aiutato la diffusione della letteratura cinese a Londra.

Inoltre, il dato sulla vendita dei diritti è stato buono, con 1.859 aquisizioni, anche se non è possibile sapere nei dettagli di quali libri si tratti, quali generi e verso quali paesi.

Patriottismo alla cinese

Lo scrittore Li Chengpeng parla in questo articolo della sua idea di patriottismo e di come questa sia mutata, partendo da alcuni episodi legati al terremoto del Sichuan nel 2008.

Si sofferma in particolare sulla figura di un funzionario pubblico che salvò indirettamente molte vite semplicemente rispettando le regole già esistenti sulla costruzione degli edifici. Parlare di quell’uomo poteva generare instabilità, ed era vietato anche solo nominarne le generalità, così come era proibito diffondere i nomi delle vittime del terremoto.

Lo stesso Li Chenpeng, che ha un blog e 5 milioni di follower su Weibo, viene spesso accusato di essere un traditore al soldo delle potenze occidentali nemiche.

Nominare la Rivoluzione culturale

Il New York Times si sofferma su una frase del primo ministro cinese Wen Jiabao, che in una dichiarazione di un paio di mesi fa aveva affermato che se il paese fallirà il processo di riforme, si rischia una nuova “Rivoluzione culturale“.

L’articolo, scritto da Lijia Zang, parla di come il tema sia una sorta di tema tabu in Cina, e si eviti di tirarlo in ballo nelle discussioni pubbliche. Secondo l’autrice, la Rivoluzione culturale è avvenuta perché in un contesto non democratico, ed è su questo punto che le riforme dovrebbero puntare, cosa che però a suo modo di vedere non avverrà neanche nel prossimo ricambio della classe dirigente cinese.

Via: @CDT
Immagine: Wikipedia

boyett@mailxu.com