Da La ragazza del karaoke, di Claire Tham

Si sentono stridere i freni. Insieme al resto dei passeggeri, Ling viene scaraventata in avanti e piomba su una donna tracagnotta che puzza di cipolle. L’autobus si è scontrato con una monovolume. I due autisti saltano giù dal proprio mezzo per affrontarsi in mezzo all’incrocio; intorno a loro, il traffico si blocca in un perfetto ingorgo cittadino. Dall’altro capo della via, un poliziotto corre verso l’origine di quel trambusto, soffiando come un matto nel fischietto. I passeggeri dell’autobus sciamano fuori dal mezzo.
Per un po’ non ne arriverà un altro. Se cammina molto svelta, calcola Ling, potrebbe arrivare al laboratorio in un quarto d’ora. Si avvia, quasi correndo, poi si blocca. Sopra di lei, un’insegna dice «Negozio di animali»; dev’esserci passata davanti ogni giorno con l’autobus, andando al lavoro, senza mai notarla. Dà un’occhiata all’orologio, ma l’attrazione della casualità è troppo forte. Entra nel negozio dall’interno poco allettante.
Qualche minuto dopo, esce con una gabbietta che contiene un pappagallo, identico, a parte il colore, a Rossino. Non osa immaginare cosa dirà il capo del laboratorio quando la vedrà finalmente arrivare al lavoro tutta allegra, facendo dondolare Celestino, perciò non ci prova nemmeno. Liberato dal confino del negozio di animali, Celestino guarda le strade della città con gli occhietti lucidi e gracchia cose incomprensibili. Celestino, le ha garantito il proprietario del negozio, ha fatto tutto il viaggio fin lì dall’Africa, e ha citato un paese che lei non ha mai sentito nominare.

Da La ragazza del karaoke, di Claire Tham

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