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    La casa editrice di Andrea Berrini, scrittore e saggista. L’obiettivo: scoprire e tradurre narratori contemporanei asiatici che propongono scritture innovative.
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Tutti i post su Cina

Letture giovanili, pinguetudine, e corpi (sociali) in trasformazione

Ancora non si vede all’orizzonte una nuova generazione di giovani scrittori che sappia interpretare la malinconia e lo straniamento dei ragazzi cinesi di oggi.

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Moon Festival a Pechino: dolcetti, scherzetti, amicizia e vita di strada

Profuma dei nostri anni sessanta, la Cina oggi. Il popolare (o popolano?) che resiste alla piattezza impiegatizia. La famiglia allargata, in opposizione agli smartphone.

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Una rivista letteraria in italiano, dalla Cina

Caratteri, una selezione di racconti tradotti in itailano dalla People’s Literary Review di Pechino.

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L’editore indipendente che stupisce la Cina

Lu Jinbo, meteora dell’ultimo decennio, ha fondato due case editrici indipendenti (che detta così, in Cina, è una parola grossa). Si è specializzato in bestsellers locali, e non gli importa venderli all’estero: basta il mercato cinese, per diventare ricchi.

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Di colori al neon, omosessualità, censura, fame e karaoke

L’omosessualità in Cina. Un po’ censurata, un po’ perseguitata, un po’ ignorata. Ma a Shanghai, luogo d’incontro di oriente e occidente, è diverso. Non basta, però, per darci un buon romanzo.

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Inglese vs cinese: una lettera da Shanghai

Softpower, così lo chiamano. Il confronto tra l’Occidente e la Cina si riflette, sul piano linguistico, nel confronto tra le industrie editoriali che tentano di imporre la propria lingua a livello continentale. Ma sarà meglio provare a capirci, noi e i cinesi.

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Ou Ning, l’intellettuale cinese che torna alla terra

Poliedrico intellettuale e artista, curatore di mostre d’arte, critico letterario, grafico, propugnatore del Movimento per la Ricostruzione Rurale, Ou Ning ha lasciato Pechino per andare a vivere in uno splendido villaggio tradizionale nel centro della Cina

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Lo speciale di China Files per Piazza Tiananmen

China Files dedica uno speciale ai 25 anni dai fatti di Piazza Tiananmen. Era il 4 giugno del 1989 quando l’esercito cominciò a sgomberare la piazza dove da tempo si erano radunati soprattutto studenti che chiedevano riforme.

Attraverso otto articoli si cerca di ricordare quei giorni, mettendo proprio l’accento su cosa resta dopo a quegli avvenimenti, e sul rapporto delle autorità con la loro memoria.

Doppiozero: Cina: visto, non visto

Nel suo ultimo articolo su Doppiozero, Andrea Berrini parla delle nuove regole per ottenere un visto non turistico per la Cina, adesso molto più ristrette e difficili rispetto a poco tempo fa.

A questo corrisponde anche una fase di stretta sulla censura, e anche nella società sembra che da un sentimento di euforia iniziale verso i nuovi visitatori occidentali si stiano iniziando ad affacciare diffidenze e piccole intolleranze.

La storia di Xu Zhiyong

Su east Simone Pieranni racconta le vicende giuridiche che stanno interessando l’avvocato cinese Xu Zhiyong, recentemente condannato a 4 anni di carcere per “disturbo dell’ordine pubblico”.

Ci si chiede nell’articolo perché la sua vicenda, piuttosto nota in Cina, non abbia riscontrato lo stesso interesse in Occidente rispetto ad altri casi.

La risposta è probabilmente nella mancanza di legami del suo movimento politico con le proteste del 1989, e anche nella complessità del suo messaggio politico (incentrato nella trasparenza sui guadagni dei funzionari pubblici), che ha trovato meno interesse nei media occidentali.

 

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