Da Cortina di pioggia, di Tew Bunnag

«Ci sono casi di Alzheimer nella sua famiglia?»
Clare esitò a rispondere, non perché non ricordasse, ma perché il ricordo era carico di dolore.
«Sì», disse alla fine, con una lieve sfumatura di vergogna, «mio padre».
«Ah. A quanti anni?»
«Sessantadue» rispose. Troppo giovane.
«Quasi la stessa età che ha lei adesso…».
L’espressione del medico lo tradì.
Sì, lo so, pensò lei. Si chiama insorgenza precoce. Ero con lui. Ho convissuto con il suo panico e il suo coraggio.
Aveva visto la compassione sui volti degli amici di suo padre, e dei loro parenti, che alla fine smisero di andarlo a trovare. Era troppo sconvolgente vedere quell’uomo, un tempo cordiale ed estroverso, dimenticare dove si trovava, dimenticare i loro nomi, dimenticare se stesso. E adesso era lei a trovarsi all’inizio di quel viaggio.
«Qualsiasi cosa accada, la vita continua». Mentre le stringeva la mano per congedarla, il medico cercò di rassicurarla.
Per un momento le venne voglia di dargli uno schiaffo per quell’osservazione così banale da risultare offensiva e dirgli: «Non mi tratti con condiscendenza». Ma si trattenne.
«Sì, suppongo sia così», rispose.

Da Cortina di pioggia, di Tew Bunnag

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