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    La casa editrice di Andrea Berrini, scrittore e saggista. L’obiettivo: scoprire e tradurre narratori contemporanei asiatici che propongono scritture innovative.
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Tutti i post su autori

Illustrazioni di Amruta Patil

Amruta Patil, autrice per Metropoli d’Asia del graphic novel Nel cuore di Smog City, ha realizzato tempo fa le illustrazioni per una guida di Time Out Mumbai.

L’argomento è la violenza contro le donne, e la guida in vari punti cerca di fornire suggerimenti su come muoversi in città e gestire le situazioni più a rischio, anche in famiglia e sul lavoro.

 

Lorenzo Mazzoni su Duplice delitto a Hong Kong, e Metropoli d’Asia

Sul suo blog ospitato dal Fatto Quotidiano, lo scrittore Lorenzo Mazzoni racconta di aver letto Duplice delitto a Hong Kong, di Chan Ho Kei.

Dimostra poi di aver letto e apprezzato altri libri della nostra casa editrice, citando nell’articolo alcuni titoli come Malesia Blues e Come un diamante nel cielo.

Si tratta di un libro che ruota intorno alle identità multiple, metafora simbolica di quello che rappresenta la megalopoli asfittica di Hong Kong, una città dove contemporaneità e tradizione si incrociano, si scontrano, si scambiano di ruolo. La storia prende avvio con l’ispettore Hui Yau-Yat che si sveglia in macchina e non ha idea di come sia finito in un parcheggio così lontano da casa sua

(continua a leggere sul blog di Lorenzo Mazzoni)

Un incontro con Yeng Pway Ngon

Bassifondi ha incontrato a Singapore Yeng Pway Ngon, da poco il libreria per Metropoli d’Asia con L’atelier. Con l’occasione hanno chiacchierato di vari temi legati a Singapore e alla sua cultura.

Quello che lo irrita è il conformismo culturale determinato dalla perdita di cultura. A cominciare proprio dalla lingua. Il cinese, il suo cinese (scrive in mandarino intercalato a vari dialetti) è ormai una lingua “economica”. Si parla ma non si sa scrivere, non si conoscono i caratteri. Conveniamo che l’analfabetismo di ritorno è un problema globale. Anzi è la vera conseguenza di una globalizzazione di valori e idee.

(continua a leggere su Bassifondi)

L’atelier su Left

L’atelier, il romanzo di Yeng Pway Ngon da poco uscito per Metropoli d’Asia, è stato segnalato (come “imperdibile”) dal settimanale Left.

Un racconto di Annie Zaidi

Si può acquistare a un prezzo fortemente scontato (attualmente equivalente a circa 0,09 euro) su Amazon India un racconto breve di Annie Zaidi, già autrice per Metropoli d’Asia di I miei luoghi.

Cyrus Mistry e i parsi di Bombay

Quando l’India fu ospite d’onore al Salone del Libro di Torino, nel 2010, Metropoli d’Asia aveva da poco portato in libreria Le Ceneri di Bombay, il primo romanzo di Cyrus Mistry che fu finalista al Crossword Award, a quei tempi il premio indiano più prestigioso. A Torino erano invitati 26 autori indiani, e praticamente tutti gli editori italiani si erano affannati a pubblicare almeno un romanzo dall’India: le vetrine delle librerie di tutta Italia erano dedicate a quel paese, tale era la messe di titoli da esporre. Tuttolibri della Stampa, con un lungo articolo di Alessandro Monti a pagina piena, fece il punto sul boom recente della narrativa indiana in lingua inglese, e citò quattro romanzi come meritevoli di essere letti: uno era Le Ceneri di Bombay. Nessuno meglio di Cyrus Mistry sa raccontare quella città, e ne sono convinto anch’io.

Le Torri del Silenzio ne esplora meno gli anni recenti, il racconto si dipana a cavallo degli anni di Ghandi e dell’indipendenza indiana. Ma è capace di raccontarci il mondo dei parsi, quella comunità di origine persiana, di religione zoroastriana, che oggi lotta a Bombay per la sua stessa sopravvivenza.

E’ un romanzo di grande respiro, narra la caduta, per amore, di Elchi, che pur figlio di un venerato sacerdote ha disceso la scala sociale della propria comunità fino a trovarsi in basso, a contatto con uno dei riti più noti e discussi, quello che consente ai defunti di concludere il doloroso ciclo delle reincarnazioni.

Sono parsi i Tata, una delle più note famiglie industriali nel paese, i Mehta come lo Zubin acclamato direttore d’orchestra. E’ parsi Cyrus Mistry, come il fratello Rohinton, autore più noto di cui Cyrus, con questa seconda prova di lungo respiro dopo una attività da poeta e scrittore per il teatro, dimostra di essere all’altezza.

La Corea del Sud e il Nobel

Questa analisi cerca di spiegare perché la Corea del Sud (quest’anno comunque ben rappresentata dallo scrittore Ko Un) non ha mai vinto un Nobel per la letteratura.

Ci sono difficoltà innanzitutto legate alle traduzioni in inglese, secondo l’articolo ancora troppo poche per essere considerati per il premio, e c’è poi un problema generazionale, con alcuni buoni autori ormai morti o anziani, e una nuova generazione non ancora molto conosciuta.

Viene citato nell’articolo anche Kim Young-ha, del quale Metropoli d’Asia ha recentemente pubblicato L’impero delle luci.

Via: World Literature Today

Luigi Grazioli parla di L’impero delle luci, su Doppiozero

Su Doppiozero, progetto editoriale dove scrive anche l’editore di Metropoli d’Asia Andrea Berrini, lo scrittore Luigi Grazioli offre una recensione di L’impero delle luci, di Kim Young-ha, parlando sia dello stile che caratterizza il libro sia dello scenario in cui è inserita la narrazione (il rapporto tra le due Coree).

L’atelier citato da Internazionale

Sull’ultimo numero del settimanale Internazionale, L’atelier, di Yeng Pway Ngon, è stato inserito tra i libri consigliati.

Un’anteprima di L’Atelier su China Files

China Files pubblica un estratto da L’Atelier, di Yeng Pway Ngon, il nuovo libro appena uscito per Metropoli d’Asia.

Il furgoncino correva spedito sulla strada, Hanguang sedeva accanto al guidatore; di tanto in tanto si scambiavano qualche frase mentre Jianxiong, seduto dietro, osservava in silenzio il paesaggio che scorreva fuori dal finestrino, con lo sguardo perso nel vuoto e la testa sottosopra che andava su e giù come i bracci sovraccarichi di una bilancia. Dopo che era rimasto per tre anni in un kampung malese ad allevare polli e fare dolcetti senza ricevere mai alcuna notizia, l’organizzazione gli aveva finalmente permesso di unirsi alla guerriglia.

Durante il primo anno Jianxiong trovava la sua situazione assurda e anche molto deprimente; aveva lasciato famiglia e fidanzata e affrontato i pericoli della clandestinità per allevare polli? Hanguang percepiva la rabbia e l’abbattimento di Jianxiong, gli diceva di avere pazienza, che i capi dovevano metterlo alla prova prima di assegnargli dei compiti. E come facevano per metterlo alla prova? Attraverso Hanguang? Era molto confuso.

(continua a leggere su China Files)

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