Una settimana prima, al terzo piano del Tung Shing Building in Sutherland Street, nel Western District di Hong Kong, erano stati ritrovati i corpi di una coppia uccisa a coltellate, la donna era incinta. L’uomo si chiamava Cheng Yuen-Tat, era basso e corpulento e lavorava in una piccola ditta commerciale come responsabile delle vendite. Sua moglie, June Lui, era più giovane di qualche anno e, sebbene si fosse laureata in letteratura in un’università prestigiosa, non aveva un impiego. Faceva la casalinga a tempo pieno, si prendeva cura della bambina di quattro anni e si stava preparando ad accogliere l’arrivo di un secondo fi glio. Era una famiglia come tante a Hong Kong: il marito sgobba per mantenere la famiglia, facendo mille straordinari per portare a casa due soldi in più. Gran parte dello stipendio di Cheng Yuen-Tat se ne andava nelle rate del mutuo e il resto veniva usato parsimoniosamente per i bisogni essenziali. Non erano ricchi ma non si può dire che non fossero felici. Facevano una vita normale, ma avevano fatto una fi ne atipica. Marito e moglie erano morti lasciandosi dietro una bambina indifesa, un mutuo da pagare e parecchio materiale su cui i giornalisti si sarebbero sbizzarriti.
Da Duplice delitto e Hong Kong, di Chan Ho Kei
Posted by Metropoli d'Asia on ottobre 5, 2016
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