Da Le torri del silenzio, di Cyrus Mistry

Immerso in quei pensieri, non ho notato un uomo particolarmente magro e cadaverico, con una grossa verruca sulla fronte, seduto nella veranda in mezzo a una folla di famigliari e amici. Neppure lui mi ha visto mentre mi avvicinavo. Era semplicemente distratto, o forse troppo inebetito dalle lunghe ore di preghiera? Con una gamba incrociata sull’altra, agitava con vigore il piede puntato all’insù mentre muoveva le labbra, senza emettere suoni, concentrato su un libro di preghiere molto piccolo ma voluminoso.
Mentre gli passavo accanto, ho sfiorato con la gamba la scarpa dell’uomo che dondolava. Un incidente, è chiaro, ma quell’uomo all’apparenza così preso dalle preghiere, così dimentico di ciò che lo circondava, ha ripreso vita di colpo. È balzato in piedi con uno scatto da giocattolo a molla e ha iniziato a tremare come una foglia. Alcuni dei presenti hanno notato che stava accadendo qualcosa di straordinario. Quella figura ossuta ha cominciato a emettere ronzii sonori e insistenti, come un’ape furibonda. Mi stava dicendo qualcosa, con ogni probabilità mi insultava, protestando perché lo avevo contaminato: ma lo faceva senza parole, senza aprire le labbra che restavano sigillate.

Da Le torri del silenzio, di Cyrus Mistry

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