Da Le ceneri di Bombay, di Cyrus Mistry

«Vent’anni ho lavorato, in un ufficio postale a vendere francobolli. A vedermi non si direbbe, ma sono una donna che ha studiato. Ho superato gli esami di maturità. Ero l’unica impiegata donna dell’ufficio. La posta all’incrocio con Balaram Street, hai presente? Tutto per riuscire a mandarlo in una buona scuola. Quando sono andata in pensione, i colleghi mi hanno regalato una sveglia. Ci crederesti? Una sveglia! Una donna anziana, stanca morta, che passa tutta la notte a rigirarsi nel letto… e le regalano una sveglia. Prendi nota, non dico tanto per dire: c’entra con la tua indagine! La sveglia era una HES. Ha smesso di funzionare nel giro di tre mesi. Non sono riuscita a ricavarci altro che cinque rupie…». Fece una pausa per riprendere fiato. Poi di colpo: «Va bene, per oggi ho parlato abbastanza. Altre domande?».
Ce ne sarebbero state diverse, in effetti. Ma quando Jingo sbirciò il suo elenco, gli ballarono davanti agli occhi annebbiati in una foschia di totale irrilevanza.
«Ahiai». La donna rabbrividì. «Quest’umidità mi fa dolere tutte le ossa. Nelle notti che piove forte, le signore dell’albergo qui sotto s’impietosiscono e mi danno una trapunta vecchia e un angolino dove dormire. Certo, proprio signore non sono, te lo dico io». Abbassò la voce fino a un sussurro. «Ma non sei un bambino, certe cose le sai. Di notte vanno a trovarle degli ubriachi. Se io sono lì a dormire mi prendono in giro, fanno battute su di me. Una vergogna. Ma li ignoro. Che altro posso fare?

Da Le ceneri di Bombay, di Cyrus Mistry

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