Da Duplice delitto e Hong Kong, di Chan Ho Kei

«Chi sta cercando, signore?» Mi chiese la donna.
Avrei voluto risponderle che in realtà lavoravo lì, ma mi si bloccarono le parole in gola.
«È tornato il commissario Wong?» Domandai.
«Chi?»
«Il commissario Wong Pak-Ching, il capo della squadra omicidi».
«Il capo della squadra omicidi si chiama Ma, non Wong. Forse si sbaglia». Ancora. Di chi stava parlando?
«Mi permetta, forse è lei che si sbaglia. Io cerco il capo della omicidi del chai koon sette».
«Come le ho già detto è Ma Hung-Kit, non Wong PakChing».
«Sta cercando il commissario Wong?» Si intromise un agente che passava di lì. Stempiato, poteva avere quaranta, cinquant’anni al massimo.
«Sì, proprio lui», annuii.
«Wong è andato in pensione tre anni fa. A quanto ne so, adesso vive in Canada». In pensione? Ma se avevo litigato con lui il giorno prima? Stavo per fare altre domande quando il mio sguardo si bloccò su una data cui non potevo credere. Mi prese il panico.
L’omicidio del Tung Shing era avvenuto il martedì della settimana precedente, in data diciotto marzo. Eppure, sul calendario elettronico alle spalle della poliziotta era indicato domenica quindici marzo. Per un attimo pensai di essermi sbagliato, ma non era così.
Ma più della data, ad allarmarmi era l’anno.
Non eravamo nel 2003?

Da Duplice delitto a Hong Kong, di Chan Ho Kei

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