Un giallo vero, finalmente. E viene dalla patria del cinema d’azione, dell’omicidio drammaturgico e del western urbano: la magnificente Hong Kong.
Quando un editore taiwanese, Crown, mi propose di partecipare all’assegnazione del Soji Shimada Mystery Award parlandomi di “giallo a chiave”, avevo storto un pochino il naso. Per giallo a chiave si intendeva infatti il giallo classico: Poirot o Sherlock Holmes, insomma, in caccia di indizi utili alla soluzione del caso.
I maggiordomi son tornati di moda anche da noi (vedi in Vaticano), ma Emily, simpaticissima e irrefrenabile editor tascabile di Crown aveva faticato a convincermi. Io obbiettavo che in Italia preferiamo da tempo lo schema del noir, dove la soluzione all’enigma conta meno rispetto alla grana dei personaggi, agli interrogativi etici: a questi sì, il detective di turno dovrà dare una soluzione.
Emily diceva: ma questa è l’Asia: l’enigma siamo noi. E l’enigma dobbiamo scioglierlo.