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    La casa editrice di Andrea Berrini, scrittore e saggista. L’obiettivo: scoprire e tradurre narratori contemporanei asiatici che propongono scritture innovative.
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Tutti i post su società

La storia di Xu Zhiyong

Su east Simone Pieranni racconta le vicende giuridiche che stanno interessando l’avvocato cinese Xu Zhiyong, recentemente condannato a 4 anni di carcere per “disturbo dell’ordine pubblico”.

Ci si chiede nell’articolo perché la sua vicenda, piuttosto nota in Cina, non abbia riscontrato lo stesso interesse in Occidente rispetto ad altri casi.

La risposta è probabilmente nella mancanza di legami del suo movimento politico con le proteste del 1989, e anche nella complessità del suo messaggio politico (incentrato nella trasparenza sui guadagni dei funzionari pubblici), che ha trovato meno interesse nei media occidentali.

 

Cui Jian non canterà al galà del Capodanno cinese

Si avvicina il giorno del Capodanno cinese, e China Files racconta che Cui Jian, considerato il padre del rock ‘n’ roll locale, non parteciperà alla tradizionale serata televisiva di quel giorno.

Una delle sue canzoni è stata il simbolo della rivolta di Tienanmen, e il suo inserimento nella scaletta della serata non è stato gradito ai responsabili del programma. Da qui il rifiuto di Cui Jian di partecipare.

Illustrazioni di Amruta Patil

Amruta Patil, autrice per Metropoli d’Asia del graphic novel Nel cuore di Smog City, ha realizzato tempo fa le illustrazioni per una guida di Time Out Mumbai.

L’argomento è la violenza contro le donne, e la guida in vari punti cerca di fornire suggerimenti su come muoversi in città e gestire le situazioni più a rischio, anche in famiglia e sul lavoro.

 

Quanti figli vogliono i cinesi?

La Cina ha da poco annunciato che allenterà la politica del figlio unico. Secondo un recente sondaggio svolto online, però, poco più della metà delle persone ha risposto con un certo realismo che un secondo figlio sarebbe un onere economico troppo grande.

Città fantasma in Cina

Il canale televisivo australiano SBS propone un reportage di Adrian Brown sulle città abbandonate in Cina. Ci sono edifici, quartieri e addirittura città intere come una riproduzione di Parigi, ora quasi deserta, comprensiva di finta Torre Eiffel.

Il lavoro è in realtà un ritorno sulla scena di un altro lavoro che era stato realizzato due anni fa, e dimostra che poco è cambiato dall’epoca.

Via: @InfoCresud

L’innovazione in Asia, raccontata da China Files sul Manifesto

Dopo il numero inaugurale dedicato alla classe media asiatica, è ora online un altro speciale per iPad a cura di China Files in collaborazione con il Manifesto. Si intitola InnovAsia e racconta di come sta cambiando l’idea di tecnologia e innovazione in Cina e in Asia, con le sue opportunità e i suoi limiti. Se avete iTunes, lo speciale si può scaricare direttamente da questo indirizzo.

La spada della censura

China Media Project aveva ripreso tempo fa due editoriali provenienti da giornali vicini al potere in Cina, simili in particolare per un punto in cui invocavano la necessità di “impugnare la spada” contro le ideologie contrarie al governo diffuse in Rete dalle “forze ostili occidentali”.

Il post propone la traduzione in inglese di entrambi, elemento di per sé interessante perché articoli di questo tipo, con posizioni più legate al governo, ai nostri occhi sono sicuramente più rari da leggere.

Andrea Berrini su Radio Popolare

La trasmissione Sabato Libri di Radio Popolare la scorsa settimana è stata dedicata interamente alla Cina. Si è parlato non solo di letteratura, ma anche di temi economici e sociali.

È intervenuto anche Andrea Berrini, raccontando direttamente da Pechino la città e le sue caratteristiche, e la situazione della narrativa cinese, in particolare nel rapporto degli scrittori con il potere.

Le donne nei cantieri di Shanghai

The Post Internazionale ospita una interessante galleria di immagini della fotografa Aly-Song, dedicata prevalentemente alle donne che lavorano nei cantieri edili di Shanghai. Raccontano della vita nei momenti di lavoro ma anche durante i turni di pausa.

Le librerie e i no-book in India

La giornalista e scrittrice Nilanjana Roy si concentra in questo suo articolo sulle librerie, che a quanto pare anche in India sono sempre più piene dei cosiddetti no-book, cioè tutti quegli articoli che in realtà non sono libri, ma vengono lo stesso venduti nelle librerie. Si chiede principalmente cosa rimanga soprattutto ai nuovi lettori dopo una visita, rispetto a una libreria tradizionale.

Alla fine dell’articolo, presenta i risultati di un sondaggio informale che ha realizzato con i suoi amici su Twitter, chiedendo quali fossero i propri ricordi preferiti associati a una libreria.

mcspirit.rhu guenin-waltraud@mailxu.com begen.jerome@mailxu.com