Aspettando Han Han: il “bad boy” della letteratura cinese

A un giorno dall’uscita di Le Tre Porte, ripeschiamo un profilo di Han Han scritto dal Time poco meno di due anni fa. E qui si parla proprio di Triple Doors, sottolineando l’ingresso di Han Han nella scena letteraria cinese come di un cambiamento generazionale, uno dei simboli dei giovani “post Anni 80″, figli del boom economico e meno interessati alla politica.

Nonostante una buona dose di spavalderia ed esuberanza giovanile (ad esempio: Han Han dice di non leggere romanzi da anni), su alcuni punti emerge anche un certo realismo. È quando si parla di politica che Han Han si fa più prudente, e di questo aspetto abbiamo già avuto modo di parlare. Non prevede cambiamenti epocali nel futuro della Cina, seppur considerando impellenti le questioni legate alla libertà di parola e culturale, e ammettendo che il futuro appartiene a quelli della sua generazione.

A questo proposito, ma su un fronte più “letterario”, di lui Ai Weiwei ha detto che è “coraggioso, lucido, dinamico e divertente”, indicandolo come il “becchino” che manderà in pensione i vecchi scrittori e artisti.

Ricordiamo poi che lo stesso Time ha inserito nel 2010 Han Han nella lista delle 100 persone più influenti dell’anno.

Foto: Wikipedia

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