L’India a Torino

Una trentina di autori, cinque giorni di dibattiti interessanti, l’India ospite d’onore al Salone del Libro di Torino ci riguarda da vicino. Non solo per la presenza dei nostri autori, ma perchè è il momento in cui i temi che Metropoli d’Asia vuole sollevare ci sono tutti. Speriamo che, al di là delle passerelle e del marketing, ci sia la voglia e il tempo per affrontarli.

A me fa piacere aprire la pagina web del Salone dedicata all’India Salone del Libro – India , e trovare in primo piano la foto di Tarun Tejpal. Non siamo noi a pubblicare in Italia i suoi romanzi, ma Tejpal rappresenta correttamente l’India contemporanea, quella dove c’è una società civile intellettuale e delle professioni che ragiona, discute e si mobilita intorno ai temi caldi di questi ultimi anni: il fondamentalismo induista, il riscatto della condizione sociale dei senza casta, la guerra aperta che in vaste zone del paese vede opporsi due eserciti terribili: i partiti che si dichiarano maoisti e le famigerate truppe speciali dell’esercito indiano, il tutto sulle spalle e a danno dei contadini poveri. Tejpal è il fondatore di Tehelka, il settimanale più interessante del paese, che vanta un gruppo di giornalisti come me avremmo bisogno noi, in Italia. I suoi romanzi non trattano necessariamente temi sociali, anzi. Ma sono intrisi di questa contemporaneità indiana per noi straniante, densi di personaggi a noi inattesi.

C’è poi il Vikas Swarup dal cui romanzo è stato tratto Slumdog Millionaire. Molti, in India, non hanno apprezzato quel film, e il libro da cui è tratto. Non apprezzano lo sfruttamento di quello che sta diventando un nuovo stereotipo dell’immaginario occidentale sull’India: la contrapposizione tra ricchi e poveri affrontata non con sguardo critico, ma come puro espediente narrativo utile a commuovere noi occidentali. E qui sarà divertente vedere Swarup a confronto con i nostri Kiran Nagarkar e Ambarish Satwick , sabato alle 18.30. Nagarkar aveva scritto parole di fuoco circa lo sguardo obliquo con cui l’Europa aveva descritto gli attacchi a Bombay del Novembre 2008, riportate anche dalla stampa italiana

Il Salone e i suoi dibattiti potrebbero anche essere un buon banco di prova per la nostra critica. Io sono stupito del seguito che trovano autori e sopratutto autrici come Shobhaa Dé, che a me sembrano vuote e seriali, sicuramente capaci di gran successo di vendite ma troppo vicine al cattivo romanzo d’appendice, sicuramente non degne di essere seguite come voci rilevanti del panorama indiano.

Molto interessante invece è il dibattito sulle letterature nelle lingue regionali indiane (per altro: il termine regionali è inadeguato perche si parla di lingue parlate da centinaia di milioni di persone). Sopratutto perchè la sfida è quella di riuscire a scovare, in quelle lingue, autori giovani e opere contemporanee.

E poi, naturalmente, venite a sentire i nostri: oltre a Nagarkar (anche venerdì alle 16.30 Programma del Salone del Libro ) e Satwik, ci sarà Amruta Patil, giovane donna di Delhi, illustratrice di talento che presenta la sua graphic novel NEL CUORE DI SMOG CITY primo esempio di questo genere in Italia.

  • http://indian-words.blogspot.com Silvia

    Io ci sarò e spero di conoscerti/vi!
    Sono d’accordo sul fatti che ci sia un misto di autori più o meno rappresentativi, più o meno vuoti, più o meno intelligenti, ma penso sia interessante questo mix di esperienze diverse.
    Lo spazio dato agli autori in lingue indiane è senza dubbio di gran lunga inferiore a quello degli autori in lingua inglese, ma speriamo che sia una buona occasione per conoscere autori non ancora conosciuti dalle nostre parti…
    a presto!

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