Da La Cina sono io, di Xiaolu Guo

All’improvviso un suono dirompente trafigge l’aria, come il grido convulso di un uccello intrappolato in una stanza. Jian si riscuote dal torpore. Si trova nella biblioteca dei pazienti. I suoi compagni di ospedale sono concentrati nel sudoku o nelle parole crociate. Lui è sveglio, ma la stanchezza gli si avvinghia agli arti. La sua mente è posseduta da allucinazioni olfattive della sua zuppa preferita, quella di manzo e maiale con tanto pepe di Sichuan. La zuppa sta fumando proprio davanti ai suoi occhi. Per lui la Cina è ancora viva, riesce ancora ad assaporarla. Fiuta l’odore acre e malsano dei vicoli di Pechino e sente il pizzicore del peperoncino nell’aria tra i banchi del mercato. Aspetta. Con il corpo stanco e pesante.

Da La Cina sono io, di Xiaolu Guo

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