Da L’impero delle luci, di Kim Young-ha

Con prontezza sorprendente il poliziotto sfilò dalla tasca un pacchetto e glielo porse. Sigarette al mentolo: chi avrebbe pensato che un tipo come lui potesse fumarne? Mari ne prese due e gli rivolse un sorriso, come in attesa di un suo consenso: il poliziotto apparentemente non sembrava contrariato. Gli restituì il pacchetto, e lui commentò divertito: «Si vede che anche lei gradisce quelle al mentolo…».
Mentre lo ringraziava, il poliziotto le avvicinò l’accendino. Mari rifiutò con garbo e tornò ad accomodarsi in macchina. Accese la sigaretta e fece un tiro. Se il braccio sinistro non le avesse dato problemi, avrebbe potuto tranquillamente godersela mentre guidava, ma quel giorno purtroppo non le era possibile. Il suo cervello reagì alla nicotina ancora prima che potesse arrivare ai polmoni, mentre a pochi passi il poliziotto e il conducente della jeep fissavano, attraverso il parabrezza, il piccolo bagliore della sua sigaretta. Il fumo usciva a lunghi sbuffi dal tettuccio apribile dell’auto, come dalla ciminiera di un forno crematorio. Subito dopo tornò a pensare alle sue prime volte. Quand’era stata, per esempio, la prima volta che aveva saputo che le persone muoiono? Quasi subito, come se quel ricordo fosse già pronto nella sua testa in attesa da chissà quanto tempo che qualcuno formulasse la domanda giusta, le balenò nella mente un episodio del suo passato.

Da L’impero delle luci, di Kim Young-ha

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