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    La casa editrice di Andrea Berrini, scrittore e saggista. L’obiettivo: scoprire e tradurre narratori contemporanei asiatici che propongono scritture innovative.
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Tutti i post in cui compare la parola once upon a time in the east

Un estratto da Once Upon a Time in the East in francese

Il magazine multilingue Specimen ha pubblicato un estratto in francese da Once Upon a Time in the East: A Story of Growing Up, libro di Xiaolu Guo che Metropoli d’Asia pubblicherà il prossimo autunno.

Il brano è tratto dal capitolo East vs West, Past vs Present, parte del quale era stata già proposta dal Guardian, e in realtà è leggibile in inglese e cinese anche su Specimen stesso.

Il video di Xiaolu Guo al Babel Festival

Il Babel Festival di letteratura e traduzione di Bellinzona ha pubblicato l’intervento di Xiaolu Guo, autrice con Metropoli d’Asia di La Cina sono io e 20 frammenti di gioventù vorace, realizzato nel corso dell’edizione del 2016.

Insieme a lei anche lo scrittore Ma Jian, anche egli residente nel Regno Unito dopo che le sue opere erano state bandite in Cina. Si tratta di un’ora e trenta di video che permettono di conoscere più da vicino le storie dei loro protagonisti e il loro punto di vista su diversi temi, soprattutto politici.

Da notare che Metropoli d’Asia pubblicherà in autunno in italiano Once Upon a Time in the East: A Story of Growing Up, libro autobiografico di Xiaolu Guo del quale è già possibile leggere o ascoltare estratti in inglese.

Tutti i video degli incontri sono disponibili su questa pagina.

Once Upon a Time in the East, di Xiaolu Guo, letto su BBC Radio 4

Il nuovo libro di Xiaolu GuoOnce Upon a Time in the East: A Story of Growing Up, che Metropoli d’Asia pubblicherà in autunno, è stato selezionato come libro della settimana su BBC Radio 4.

Se ne può quindi ascoltare la lettura, in inglese, di alcuni estratti divisi in cinque episodi: i primi anni in Cina; l’impegno del nonno per la famiglia e le sue tragiche conseguenze; Xiaolu Guo a Wenling; l’incoraggiamento del padre a fare la poetessa; una nuova carriera per Xiaolu Guo.

Xiaolu Guo sul Sunday Times

Una recensione del Sunday Times sull’edizione inglese di Once Upon a Time in the East: A Story of Growing Up, libro di Xiaolu Guo che Metropoli d’Asia pubblicherà il prossimo autunno. L’articolo si concentra in particolare su alcuni aspetti drammatici della giovinezza di Xiaolu Guo, suggerendo un paragone con le esperienze narrate in Cigni selvativi, di Jung Chang.

Una recensione sul Financial Times del prossimo libro di Xiaolu Guo

Sul Financial Times, la prima recensione di Once Upon a Time in the East: A Story of Growing Up, libro di Xiaolu Guo che Metropoli d’Asia pubblicherà in autunno. Pochi giorni fa ne avevamo segnalato un estratto pubblicato sul Guardian, riguardante il trasferimento dalla Cina al Regno Unito. In questo articolo si parla anche di altri aspetti, come la sua infanzia molto difficile.

Xiaolu Guo si racconta sul Guardian

Il Guardian ha pubblicato un lungo estratto da Once Upon a Time in the East: A Story of Growing Up, di Xiaolu Guo, che Metropoli d’Asia pubblicherà in autunno. L’autrice ha già pubblicato con la nostra casa editrice La Cina sono io e 20 frammenti di gioventù vorace.

Nel testo si seguono le diverse tappe del suo percorso, partendo dal desiderio di andare via da Pechino e l’opportunità ricevuta vincendo la Chevening Scholarship che le ha permesso di trasferirsi nel Regno Unito per studiare regia. Troviamo la descrizione delle difficoltà di integrazione avute con il trasferimento nel dintorni di Londra, e in seguito – in misura minore – nel centro, in una società occidentale diversa da quella che aveva immaginato.

Si arriva poi alla fine della borsa di studio, alla decisione di rimanere nel Regno Unito, fino all’idea del primo romanzo, sfidando le difficoltà di dover scrivere non nella propria lingua madre, e per di più studiando da autodidatta. Ci sono diversi interessanti passaggi sulle differenze tra l’”immaginazione visuale” data dalla lingua cinese e l’uso dell’alfabeto in inglese, e sulle difficoltà incontrate nelle declinazioni verbali.

La penultima parte del racconto è incentrata sull’inaspettata pubblicazione del romanzo da parte di una casa editrice prestigiosa come Random House, dopo essersi rivolta a un agente, cosa invece piuttosto inusuale in Cina.

Infine, nell’ultima parte troviamo il tentativo di tornare a far visita alla famiglia in Cina, le preoccupazioni per cui questo potesse non accadere a causa delle sue pubblicazioni, e il ritrovarsi amaramente con in mano un visto di sole due settimane e soprattutto il passaporto cinese tagliato in ambasciata dal momento che ottenendo il passaporto britannico aveva implicitamente scelto quella nazionalità, e la legge cinese non prevede di avere due passaporti.

“Yes. Great Britain,” I confirmed.
“That’s great. Greater than United States, right?” my mother said, drawing her conclusions from her Maoist education of the 1960s. But I knew that she had no idea about either Britain or America. The only thing she knew about those countries was that they were in the west. “You should take a rice cooker with you. I heard that westerners don’t use rice cookers.”

(continua a leggere su The Guardian)

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