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    La casa editrice di Andrea Berrini, scrittore e saggista. L’obiettivo: scoprire e tradurre narratori contemporanei asiatici che propongono scritture innovative.
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Il viaggio del Naga su Asiaexpress

Il sito Asiaexpress, specializzato in cinema asiatico, ha parlato di Il viaggio del Naga, di Tew Bunnag.

In una metropoli che non si è mai affrancata dal suo universo ancestrale, un ex monaco, un pittore e una produttrice, un tempo famosissima star del cinema, si incontrano casualmente al funerale di uno di quegli asian godfathers che controllano i traffici del continente.

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Scrivere dell’India

Segnaliamo un lungo e interessante articolo comparso sull‘Hindustan Times e dedicato alla scrittura in India. O meglio: alla scrittura sull’India e di come questa è cambiata nel corso dei secoli.

La linea di tendenza complessiva che emerge dall’analisi è che gli indiani sono stati sempre più capaci di scrivere su loro stessi, dando però nell’articolo anche conto del dibattito su quanto gli stranieri siano o meno legittimati a parlare dell’India.

Foto: Zonnelied

Tew Bunnag segnalato su La Lettura (Corriere della Sera)

Ecco la segnalazione ricevuta da Il viaggio del Naga, di Tew Bunnag, ricevuta sul supplemento La Lettura del Corriere della Sera.

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Da Udine all’Estremo Oriente

Nel recente Far East Film Festival di Udine si è tenuto un incontro dal titolo Cultural Exchanges Between East and West, al quale ha partecipato anche Andrea Berrini. Il sito Film Business Asia, punto di riferimento nel continente per tutto quello che ruota attorno all’industria del cinema, propone un resoconto scritto della conferenza:

Andrea Berrini, Metropoli d’Asia
I’ve been visiting China for the past 20 years and I always wonder what are the special values belonging to Chinese culture that are distinct from Italian culture. When I decide to import a Chinese author’s works, I realise that I’m finding values [between our cultures] much more similar than I expected. Italian readers are used to thinking about Asian countries as faraway third-world places. But actually the new literature from China is about a new generation that are very much like Italians, especially in the big cities. They have a middle-class that has the same values as us. This is something of a surprise. We Italians are facing the same challenges as the modern Chinese. In fact, China reminds me of the Italy of the 1960s. The Italy of the economic boom when families started having cars and women were not prepared to stay at home anymore.

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Il viaggio del Naga su Urban

La segnalazione del mensile Urban per Il viaggio del Naga, di Tew Bunnag, appena uscito per Metropoli d’Asia.

Un parco divertimenti “pirata”, in Cina

Che tutti i parchi tematici cerchino chi più chi meno di rifarsi al modello di Disneyland è cosa nota, così come che la Cina sia uno dei paesi con il più alto tasso di pirateria nel mondo.

Unendo queste due cose è venuto fuori World Joyland, che si trova vicino a Shanghai ed è stato definito “parco delle contraffazioni” perché ripropone in maniera sfacciata parti di architettura e tematizzazione prese da altri parti, compresi i personaggi e i gadget in vendita nei negozi (anche se poi, sempre di Made in China si tratta).

Foto: The Theme Park Guy

Autobiografia di un indiano ignoto su Indian words

Un’altra recensione di un libro di Metropoli d’Asia su Indian words. Questa volta si tratta di Autobiografia di un indiano ignoto, di R. Raj Rao.

Non è la prima volta che in un libro il protagonista vuole uccidere Salman Rushdie (d’altra parte sono in molti che lo vorrebbero uccidere).
In Piccolo soldato di Dio di Nagarkar era un aspirante terrorista islamico, nel primo racconto di questa raccolta di R. Raj Rao, con una simile dose di ironia, è un sosia di Rushdie che non ne può più di essere minacciato al posto suo.

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I miei luoghi su Indian words

I miei luoghi, di Annie Zaidi, sul sito Indian words.

I luoghi di Annie Zaidi sono i luoghi di un’India un po’ insolita, di un’India meno conosciuta e meno urbana di quella di cui di solito leggiamo.
Il Punjab, il Madhya Pradesh delle popolazioni tribali, il Chambal dei banditi.
Ma il pregio di questo reportage è quello di essere un viaggio molto personale in questi luoghi, che unisce l’abilità di una giovane giornalista indiana a una forte partecipazione emotiva, senza mai nascondere (né ostentare) una certa fragilità.
A differenza di altri reporter, che pure mi piacciono, qui mancano – finalmente – l’eroismo da una parte e la finta modestia dall’altra.

Giornalismo in Cina e giornalismo della Cina

Segnaliamo qualche esempio trovato nei giorni scorsi su diversi aspetti del giornalismo cinese. Il primo è quello dei corrispondenti dall’estero, che si trovano da un lato nella difficoltà sia di riuscire a capire veramente a fondo un paese così complicato, sia di riuscire a decidere cosa non scrivere, visto il moltiplicarsi di fonti a disposizione, non solo per Internet ma anche per il crescente numero di giornali commerciali.

A proposito di commercio è affari, c’è un altro spunto di analisi che riguarda la pratica in crescita di inserire nei giornali cinesi notizie a pagamento. Sembra inoltre che la cosa avvenga in modo abbastanza trasparente e con tariffe semi-ufficiali. Interessante notare però come ad esempio le compagnie statunitensi potrebbero violare le leggi anti-corruzione del proprio paese, che impediscono di fare “investimenti” di questo tipo all’estero.

C’è poi un fronte, per così dire, di “politica estera”. La Cina sta diventando una potenza anche sul fronte dell’informazione, aprendo con la sua agenzia di stampa governativa Xinhua e CCTV uffici in diverse città del mondo. Xinhua ha anche preso in affitto uno dei maxi-schermi in Times Square, dove trasmette tutto il giorno notizie dalla Cina e pubblicità. Si parla di nuova prospettiva e dal punto di vista del governo cinese è un’attività necessaria per bilanciare i pregiudizi degli occidentali.

Foto: William Ward

Annie Zaidi sulla rivista del Touring

Touring di questo mese segnala I miei luoghi, di Annie Zaidi.

hampel_shelia@mailxu.com