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    La casa editrice di Andrea Berrini, scrittore e saggista. L’obiettivo: scoprire e tradurre narratori contemporanei asiatici che propongono scritture innovative.
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La classe media asiatica raccontata da China Files

È appena uscito un numero speciale di China Files solo per iPad, realizzato in collaborazione con il manifesto. Si può scaricare gratuitamente da questo indirizzo, e ha come argomento la classe media asiatica. Prossimo appuntamento il 22 luglio, con un numero dedicato all’urbanizzazione.

Al suo interno potete trovare anche la recensione di L’impero delle luci, di Kim Young-ha, appena pubblicato da noi, e un articolo di Annie Zaidi.

L’impero delle luci sul Corriere della Sera

Il Corriere della Sera parla dell’ultimo libro di Metropoli d’Asia, L’impero delle luci, di Kim Young-ha. Da qui ad affrontare temi più ampi legati al rapporto tra le due Coree il passo è breve, e in questo caso si mette l’accento sulla ricerca di identità in un gioco di ruoli nel quale si prefigura l’esistenza di una “Corea di mezzo”. L’autore dell’articolo, Marco del Corona, sempre sul Corriere ha anche un blog dedicato all’Asia.

Un’intervista a Silvia Pozzi, su Han Han

Agi China 24 ha intervistato Silvia Pozzi, docente di lingua e letteratura cinese che ha tradotto per Metropoli d’Asia i due romanzi di Han HanLe tre porte e Verso Nord unonoveottootto. L’occasione è buona per parlare quindi delle differenze soprattutto linguistiche tra le due opere, il che indirettamente ci dice qualcosa anche sulla persona di Han Han e sulla società cinese.

L’impero delle luci su China Files

China Files ha già recensito L’impero delle luci, di Kim Young-ha, appena uscito con Metropoli d’Asia.

Con l’occasione si parla anche dei 25.000 profughi nordocoreani nel Sud, e di quelli tra loro accusati di spionaggio.

Una spy story dalla Corea del Sud

La letteratura, si dice, è nemica dell’attualità. Si situa in contesti senza tempo, pretende di rappresentare ciò che dura, ciò che non si situa in un contesto determinato. Cerca, forse presuntuosamente, l’universale.

La anomala spy story coreana che mandiamo in libreria rompe senza volerlo questo schema. L’impero delle luci del quarantacinquenne Kim Young-ha uscì in Corea del Sud nel 2006. Visitando Seoul nel 2009 mi stupii della scarsa attenzione data a quest’autore, che già aveva nel suo carnet un paio di romanzi interessanti, e da allora ha cominciato a imporsi al mondo: finalista al Man Asian Literary Prize, tradotto e pubblicato in USA, Francia, Germania, e finalmente da noi con questo primo titolo a cui altri seguiranno.

Ma allora, nel 2006, una spy story a cavallo del 38° parallelo sembrava fuori tempo. E invece, forse, Kim Young-ha sapeva prevedere: l’escalation della Corea del Nord, la corsa all’atomica (e ai missili a lunga gittata capaci di portarla lontano), sono procedute a strappi, ma progressivamente. Lo scorso marzo Kim Jong-un arrivava a dichiarare decaduto l’armistizio sul quale da più di sessantanni si incardina la storia di due paesi così diversi, ma costretti a convivere come le due metà di una mela: l’uno, è ormai la rappresentazione museale di un comunismo come non si trova più nel mondo quasi fosse una specie in via d’estinzione, l’altro, è il prototipo di un’Asia emergente e prospera dove le esistenze si avviano verso destini individuali di solitudine e disperazione e deragliamento.

Kim Young-ha racconta la sua storia sul canovaccio dell’ultima giornata da uomo libero di una ex spia nordcoreana a Seoul, un uomo che dopo essersi costruito in vent’anni una famiglia e una carriera si vede improvvisamente richiamato in patria da un ordine inatteso, lanciato da un potere superiore che non dava traccia di sé da più di un decennio. La sua lotta per la sopravvivenza, la reazione all’ordine impartito non sono che l’arena entro il quale Kim Young-ha ci apparecchia lo slowmotion di una mezza dozzina di personaggi sui quali è capace di zoomare con perizia, portandoci avanti e indietro nel tempo lungo trentanni di storia del Nord e del Sud, dove i colpi di scena tipici di ogni grande spy story si rispecchiano nei disvelamenti privati, negli shock connaturati alle esistenze metropolitane di un mondo – quello del Sud – cambiato troppo in fretta.

E qui, va a capire perché, Metropoli d’Asia va curiosamente a incocciare sull’attualità politica e mediatica: mandiamo in libreria L’impero delle luci di Kim Young-ha mentre il dittatore bambino Kim Jong-un sposta i suoi missili da una parte all’altra del paese, tirando la corda senza mai spezzarla, in una sorta di show a beneficio dei propri concittadini che si riverbera sul mondo intero, come ho voluto narrare in un mio editoriale su Doppiozero: Asia a perdita d’occhio.

Tre piccioni con una fava allora: il romanzo e la sua capacità di scavare dentro ai personaggi, la spy story densa di colpi di scena, e, perfino, l’attualità.

Con una ciliegina sulla torta: Kim Young-ha viene in Italia, dopo l’estate. Vogliamo che incontri il nostro pubblico, e sarà il più vasto possibile.

I miei luoghi citato da Internazionale

All’interno di un articolo sull’India, tradotto dall’Atlantic, Internazionale del 15 marzo 2013 inserisce tra le “Informazioni pratiche” I miei luoghi di Annie Zaidi, come libro consigliato dai lettori.

Chan Ho Kei su D – la Repubblica

Chan Ho Kei, autore con Metropoli d’Asia di Duplice delitto a Hong Kong, è stato citato su D – la Repubblica del 13 marzo, all’interno di un lungo speciale di approfondimento su Hong Kong.

Il nuovo numero di Cha

Nel numero di marzo di Cha: An Asian Literary Journal segnaliamo un bell’editoriale di Tammy Ho. Tra le recensioni due libri di Ethos Books (The New VIllage e The Beating and Other Stories), più Out!, un’antologia di scritture omosessuali indiane, tra cui Crocodile Tears di R. Raj Rao.

Annie Zaidi e la chick lit

Annie Zaidi, autrice per Metropoli d’Asia di I miei luoghi, racconta di una recente visita in una libreria per cercare il suo ultimo romanzo, Love Stories # 1 to 14. Le è stato chiesto se volesse che il suo libro fosse spostato dal reparto “letteratura indiana” a “letteratura rosa”, e da lì parte un’interessante riflessione sulla cosiddetta chick lit, e sulla diversa considerazione di cui godono gli uomini che si occupano degli stessi temi.

Un’intervista ad Annie Zaidi

Un’intervista di Book Chums ad Annie Zaidi, nella quale parla del suo lavoro di scrittrice e giornalista, realizzata in occasione dell’uscita del suo ultimo libro Love Stories # 1 to 14. Annie Zaidi è autrice con Metropoli d’Asia di I miei luoghi.

jamieson_lavonia@mailxu.com