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    La casa editrice di Andrea Berrini, scrittore e saggista. L’obiettivo: scoprire e tradurre narratori contemporanei asiatici che propongono scritture innovative.
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Tutti i post in cui compare la parola Pway Ngon

Yeng Pway Ngon su Radio Popolare

Nella puntata di Sabato Libri del 13 settembre, Radio Popolare ha intervistato Yeng Pway Ngon, autore con Metropoli d’Asia di L’atelier. Si è parlato del suo arresto nel 1978 con il sospetto di appartenere a un’organizzazione clandestina, della situazione politica attuale di Singapore, per poi arrivare ovviamente ai temi del romanzo.

L’intervista si può ascoltare da questo link, inizia dal minuto 36:50.

Il Tempo su L’atelier

Il quotidiano Il Tempo dedica una recensione lusinghiera a L’atelier, di Yeng Pway Ngon, paragonandone lo stile alla tavolozza di un pittore, e ricordando anche che il libro è stato inserito nei migliori romanzi del 2011 dalla rivista Asia Weekly.

Liberlist parla di L’atelier

Il blog Liberlist ha dedicato un lungo articolo a L’atelier, di Yeng Pway Ngon. L’autore Paolo Armelli ha incontrato Yeng Pway Ngon a Mantova, in occasione del Festletteratura, conversando con lui su vari temi legati al libro e alla situazione politica e sociale a Singapore.

Abbiamo incontrato Yeng Pway Ngon al Festivaletteratura di Mantova, dove ha parlarle della sua scrittura venerdì 5 con Elisabetta Bucciarelli. L’arte nel suo romanzo è appunto una specie di pretesto per raccontare qualcosa d’altro, ma l’autore ne è tuttavia un sincero appassionato.

(continua a leggere su Liberlist)

Yeng Pway Ngon su Avvenire

In occasione della visita in Italia di Yeng Pway Ngon, Avvenire ha dedicato un articolo all’autore di L’atelier, ricordandone le origini e riportando alcuni suoi interventi.

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Yeng Pway Ngon citato su L’Eco di Bergamo

In un articolo sulla chiusura dell’edizione 2014 del Festivaletteratura di Mantova, L’Eco di Bergamo ha citato tra gli eventi più interessanti l’incontro con Yeng Pway Ngon, autore per Metropoli d’Asia di L’atelier.

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Yeng Pway Ngon sul Secolo XIX

In occasione della recente tournée in Italia di Yeng Pway Ngon, autore per Metropoli d’Asia di L’atelier, il Secolo XIX ha avuto modo di incontrarlo e di intervistarlo.

(clicca sull’immagine per ingrandirla)

Yeng Pway Ngon in Italia

Yeng Pway Ngon, autore per Metropoli d’Asia di L’atelier, sarà in Italia per partecipare il 5 settembre al Festivaletteratura di Mantova (qui maggiori informazioni) e il 7 settembre alla Festa dell’Unità di Bologna.

Cortina di pioggia, di Tew Bunnag

Ho sempre dichiarato con orgoglio che i romanzi di Metropoli d’Asia li scelgo sul posto. A  Bombay, incontrando  editor e giornalisti, ho scoperto chi erano Kiran Nagarkar e Cyrus Mistry, Annie Zaidi e Raj Rao.  Nelle librerie indiane ho trovato la graphic novel di Amruta Patil .  E  sono volato fino a Seoul e Pusan per sapere  chi fosse Kim Young­-ha, o  a  Kuala Lumpur per ascoltare durante un reading lungo una giornata un brano di  Malesia Blues, scritto da quell’incallito bluesman e inventore di locali underground che è Brian Gomez.

La libreria di Yeng Pway Ngon è meta dei miei pellegrinaggi a Singapore, per non parlare degli autori di Pechino, dove ho speso dodici mesi nell’ultimo anno e mezzo ­e le soprese arriveranno presto – e di questi incontri mi piace scriverne sul mio blog Indirettadallasia: mi interessano le persone, e soprattutto le persone che raccontano in forma scritta.

Voglio vivere in quest’Asia in travolgente trasformazione, voglio vivere con i piedi  ben  piantati  nel  timelapse  che sconvolge la personalità dei più giovani e  allontana  da  sé  i più  anziani. Ma che sicuramente  produce scrittori che, discostandosene di un tratto, rinchiudendosi dentro al bianco di una pagina, possono raccontarlo.

Produce cortocircuiti anche quando, come nel caso di Tew Bunnag,  per  la prima e finora l’ultima volta  mi  trovo a pubblicare un autore che mi è stato proposto mentre sedevo alla mia scrivania a Milano, da un giornalista italiano – Massimo Morello, di cui consiglio la  lettura dell’ottimo blog, Bassifondi, da Bangkok – che è poi stato il traduttore del primo romanzo da noi pubblicato, Il viaggio del Naga. Cortocircuiti dicevo: coincidenze strane. Quel primo romanzo conteneva una  spruzzatina  di  realismo  magico,  il  Naga,  dio serpente che simboleggia l’acqua e la vendetta della natura sugli uomini: la complessa vicenda che vedeva tra i protagonisti un ex attrice, un artista, un monaco spretato, uno scrittore, si concludeva come in una catarsi con la catastrofica alluvione che sommergeva Bangkok.

Scritto due anni prima, nelle mani di Morello in quell’autunno in cui stavo di stanza a Singapore. Preparavo dunque lo sbarco in città, volevo incontrare autore, traduttore e scenario del romanzo, e mi fermò l’alluvione: quella vera. Quella che Bunnag, per qualche suo motivo, aveva saputo intuire dentro al suo romanzo, che aveva chiuso l’aeroporto e bloccato la città. Così come dentro al suo romanzo – e a questo più recente Cortina di Pioggia, in uscita contemporaneamente in Italia e in UK, presentato in gran pompa alla London Book Fair – ci stanno gli scontri politici da le due fazioni (allora i rossi e i blu, ora la situazione è più complicata) che fanno della Tailandia il paese più turbolento – ma preferirei scrivere: turbato – dell’Asia del Sud e dell’Est in questo momento.

Tew Bunnag avrà sicuramente raccontato di sé nell’intervista che precede questa mia nota. Mi sembra l’uomo giusto per guardare il suo paese con distacco e restituircelo con verità. Erede di una delle famiglie più importanti del paese, con un pedigree che lo avvicina alla famiglia reale, è il figlio che ha scelto di voltare le spalle alla propria condizione. Uomo mite, timido, che parla come fosse costretto ogni volta a spezzare una sua cortina di silenzio, maestro di Tai Chi Chuan, collaboratore attivo di numerose ong, avulso dalle logiche del potere, per molti mesi dell’anno in esilio volontario in Spagna, ce ne rende una cifra sconosciuta, a noi consumatori occidentali di turismo e tropicalità esotica. Ci parla delle persone, degli individui. Che è quello che dovrebbe fare ogni scrittore autentico.

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L’atelier su Stradanove

Sul sito Stradanove si può leggere una recensione di L’atelier, il libro di Yeng Pway Ngon da poco uscito per Metropoli d’Asia, che ne illustra la struttura della trama e il contesto nel quale è inserito.

Singapore. Quella piccola repubblica con un’altissima concentrazione di abitanti cosmopoliti che uno stretto di mare separa dalla Malesia e un altro stretto dall’Indonesia. Un gruppo di cinesi alla fine degli anni ‘70. Li incontriamo che sono giovani sui vent’anni e frequentano ‘l’atelier’, lo studio di pittura del maestro Yan Pei. Ne seguiamo le storie, i successi e gli insuccessi nel lavoro e in amore. Finché YengPwayNgon, l’autore di questo bellissimo romanzo, tira le fila, ci fa ri-incontrare i personaggi ‘sul viale del tramonto’ in una saggia meditazione venata di malinconia: a che cosa li hanno portati le loro scelte?

(continua a leggere su Stradanove)

L’atelier sulla Gazzetta di Mantova

La Gazzetta di Mantova ha dedicato un ampio spazio a L’atelier, di Yeng Pway Ngon, con una recensione che ne ricorda anche i premi vinti. Inoltre si ricorda la traduttrice Barbara Leonesi, e il suo complesso lavoro per districarsi tra i vari dialetti cinesi.

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