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    La casa editrice di Andrea Berrini, scrittore e saggista. L’obiettivo: scoprire e tradurre narratori contemporanei asiatici che propongono scritture innovative.
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Da 20 frammenti di gioventù vorace, di Xiaolu Guo

Sicché ero la seimilasettecentottantasettesima persona in cerca di un lavoro nell’industria cinematografica e televisiva di Pechino. Tra me e un copione c’erano seimilasettecentottantasei altri candidati – giovani e belli, vecchi e brutti. Sentivo la concorrenza, ovvio, ma in confronto al miliardo e passa della popolazione cinese, seimila e rotti non mi sembrava poi un numero così scoraggiante. Equivaleva agli abitanti del villaggio che avevo lasciato. E avvertivo l’urgenza di conquistare quel nuovo mondo.

Sempre senza guardarmi, l’eroe del popolo armato di scacciamosche si è messo a osservare la mia fototessera sulla scheda macchiata. «Mica male, ragazzina. In confronto al resto della faccia, la tua fronte ha qualcosa di speciale: è spaziosa quasi come Piazza Tienanmen. Anche le mascelle sono ok, comunque. Ti porteranno fortuna, credimi. Succede così, con le mascelle squadrate… Bene bene. Anche i lobi delle tue orecchie – belli grassi come quelli di Budda. Più sono grassi e più portano fortuna, lo sapevi? Mmm… Non sei da buttar via. Non puoi immaginare la montagna di cessi che viene qui ogni giorno. Non capisco: ma non si guardano allo specchio, prima?».

L’ho ascoltato con pazienza e alla fine l’ho ringraziato. Lasciandomi dietro le comparse N. 6788, 6789 e 6790, sono uscita. Il sole pomeridiano era talmente forte da friggermi i capelli. L’asfalto sprigionava afa estiva e inquinamento. E io ero intrappolata nel bel mezzo di questa lotta di calore, tanto che sono quasi svenuta nella strada rumorosa. Forse sono svenuta per davvero, non ricordo, e comunque è irrilevante. L’importante è che mi avevano dato un numero. A partire da quel giorno non avrei più vissuto come una patata dolce dimenticata dentro la terra scura. Mai più.

Da 20 frammenti di gioventù vorace, di Xialu Guo

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Da La Cina sono io, di Xiaolu Guo

In una stanza grigia e quasi vuota, illuminata da un tubo bianco fluorescente, Jian sta scrivendo alla sede centrale una lettera seria riguardante il suo futuro.
Mentre scrive e riscrive le frasi, immagina un funzionario dell’immigrazione al Quartier generale del Controllo delle frontiere che apre pacchi di lettere. Probabilmente, quel funzionario stanco e usurato dalla routine darà semplicemente un’occhiata alla nazionalità del richiedente e all’indirizzo di ogni lettera, poi le butterà in un secondo mucchio di documenti che porterà a un altro funzionario dell’immigrazione; poi un altro funzionario in un altro ufficio aprirà quelle lettere, le leggerà ancora e le metterà in un altro mucchio, poi quel funzionario porterà i documenti a un altro funzionario… come un pazzo che sale a carponi una scala di Escher, incapace di raggiungere la cima.
Jian torna a sedersi e guarda i suoi compagni di stanza nella sua seconda scatola grigio-bianca in quello strano Paese. Durante il giorno il chiacchiericcio dei guardiani e il silenzio annoiato dei rifugiati nel Centro si differenziano poco dai quieti mormorii delle infermiere e dal torpore dei pazienti nel Lincolnshire. La situazione non è cambiata molto. In confronto perfino la sua umida cella di Pechino sembrava viva e pulsante. Mentre cerca di mettere le parole su carta, sforzandosi di ricordare la giusta sintassi inglese, sente in testa un rumore intermittente, quasi meccanico. È una sensazione penosamente familiare – gli ricorda quando al suo ultimo concerto è stato colpito da un manganello elettrico. Il suo corpo si indolenzisce, la penna gli si blocca tra le mani. Adesso quel suono intermittente spezza la quiete che aveva intorno e vede la casa della sua infanzia – una casa circondata da acacie, nascosta in un vicolo nei pressi del lago di Houhai nel centro di Pechino.

Da La Cina sono io, di Xiaolu Guo

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Da 20 frammenti di gioventù vorace, di Xiaolu Guo

La mia gioventù è iniziata a ventun anni. O per meglio dire l’ho fatta iniziare io in quel momento, ossia quando ho cominciato a pensare possibili anche per me tutte le classiche cose luccicanti della vita – e se non proprio tutte, almeno qualcuna.
Se pensate che ventun anni sia un po’ tardino come inizio di gioventù, be’, vi basti pensare alla gran parte degli insulsi contadini cinesi, i quali passano dall’infanzia dritti alla mezza età. Casomai mi fossi persa qualcosa, sarebbe stata la mezza età. Il mio piano era: o giovane o sotto terra.
Comunque, a ventun anni la mia vita è cambiata compilando una scheda per comparse. Prima ero soltanto una campagnola ignorante che non sapeva fare niente tranne raccogliere patate dolci, pulire cessi e tirare leve in fabbrica. Ok, stavo già a Pechino da qualche anno, però ero rimasta una contadina.
La mia trasformazione radicale è avvenuta negli Studios di Pechino. Era un pomeriggio afosissimo. Le pareti dell’ufficio di selezione del personale erano ancora impiastricciate con gli slogan del Presidente Mao: “Servire il Popolo!”. Alcuni mosco-ni verdi ronzavano sugli avanzi di noodles di un cestino per il pranzo. Dietro al cestino, un eroe del popolo sonnecchiava sul-la sedia. Aveva l’incarico di gestire le iscrizioni delle comparse. Quel compito l’aveva chiaramente logorato. Non ci filava per niente. Mosconi verdi anche noi.

Da 20 frammenti di gioventù vorace, di Xialu Guo

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Da La Cina sono io, di Xiaolu Guo

All’improvviso un suono dirompente trafigge l’aria, come il grido convulso di un uccello intrappolato in una stanza. Jian si riscuote dal torpore. Si trova nella biblioteca dei pazienti. I suoi compagni di ospedale sono concentrati nel sudoku o nelle parole crociate. Lui è sveglio, ma la stanchezza gli si avvinghia agli arti. La sua mente è posseduta da allucinazioni olfattive della sua zuppa preferita, quella di manzo e maiale con tanto pepe di Sichuan. La zuppa sta fumando proprio davanti ai suoi occhi. Per lui la Cina è ancora viva, riesce ancora ad assaporarla. Fiuta l’odore acre e malsano dei vicoli di Pechino e sente il pizzicore del peperoncino nell’aria tra i banchi del mercato. Aspetta. Con il corpo stanco e pesante.

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Da 20 frammenti di gioventù vorace, di Xiaolu Guo

STUDIOS CINEMATOGRAFICI DI PECHINO
SCHEDA DI ISCRIZIONE PER COMPARSE

Nome: Fenfang Wang
Sesso: femminile
Anno di nascita: 1980
Luogo di nascita: Jiang Shan Cun, Huang Shi Xian, provincia dello Zhejiang
Condizione sociale dei genitori: contadini, non comunisti
Istruzione: licenza media
Altezza: 168 cm
Misure: 85-69-90
Gruppo sanguigno: B
Animale zodiacale: scimmia
Segno zodiacale: scorpione
Personalità: versatile, può recitare parti di personaggi estroversi e introversi, socievoli o timidi
Esperienze di lavoro: donna delle pulizie presso l’Ostello del popolo; operaia; maschera presso il Cinema dei Giovani Pionieri
Competenze: Inglese Livello 2; dattilografia; fabbricazione di lattine di metallo (5 lattine in 45 secondi)
Limitazioni: nessuna
Hobby: Guardare film, soprattutto di Hollywood; leggere romanzi occidentali tradotti

Da 20 frammenti di gioventù vorace, di Xialu Guo

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Xiaolu Guo raccontata su L’Indice dei libri del mese

La rivista culturale L’Indice dei libri del mese ha dedicato un lungo articolo a Xiaolu Guo e al suo più recente libro pubblicato da Metropoli d’Asia, 20 frammenti di gioventù vorace.

Oltre a un inquadramento sulla trama, si parla di diverse caratteristiche della scrittura dell’autrice e dello scenario globale nel quale si muove, anche ricordando alcune occasioni di incontro avute in passato in Italia.

Risaltano nel romanzo le immagini mai “esotiche” di una Pechino affollata, caotica e piena di scarafaggi. La città che Fenfang percorre, cambiando continuamente lavoro e casa, è un vero e proprio personaggio, descritto con acume, vivacità e umorismo pungente, lo stesso che la protagonista ormai adulta riserva al suo io più giovane e inesperto, quando racconta che all’arrivo dal villaggio era solo “una diciassettenne convinta che bere una lattina di Coca gelida fosse la cosa più fantastica del mondo.”

(continua a leggere su L’Indice dei libri del mese)

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Xiaolu Guo su D – la Repubblica delle donne

Xiaolu Guo, autrice per Metropoli d’Asia di 20 frammenti di gioventù vorace e La Cina sono io, interviene su D – la Repubblica delle donne riguardo alla politica del figlio unico in Cina, alla luce della sua recente abolizione. L’autrice ne ricorda inizialmente la reale applicazione tra città e campagna, riflettendo su temi più ampi legati all’ambiente e alla sostenibilità.

Andrea Berrini su Radio 2 per parlare di Xiaolu Guo

Su Radio 2, all’interno della trasmissione Ovunque6, l’editore di Metropoli d’Asia Andrea Berrini ha parlato con Natasha Lusenti della trama, della struttura e di alcuni aspetti autobiografici di Xiaolu Guo nel suo ultimo libro che abbiamo pubblicato, 20 frammenti di gioventù vorace.

Clicca qui per ascoltare o scaricare la puntata (l’intervento di Andrea Berrini è nella seconda parte del 15 novembre, e parte al minuto 21:20)

Xiaolu Guo e il Premio Acerbi sulla Gazzetta di Mantova

Sulla Gazzetta di Mantova si ripercorre la cerimonia di consegna del Premio Acerbi 2015, andato nella sezione della Letteratura Giovane a Xiaolu Guo che lo ha ritirato personalmente. L’autrice cinese residente a Londra ha pubblicato con Metropoli d’Asia La Cina sono io e il più recente 20 frammenti di gioventù vorace.

Ancora una volta il Premio Acerbi dimostra di essere un appuntamento atteso dal pubblico e da tutti di appassionati di letteratura. Ieri pomeriggio in Municipio a Castel Goffredo erano in tanti a seguire la presentazione del volume XVIII dei “Quaderni del Premio Letterario Giuseppe Acerbi”, dedicato quest’anno alle letterature cinesi.

(continua a leggere sulla Gazzetta di Mantova)

Xiaolu Guo su Grazia

La rivista Grazia ha dedicato grande spazio e Xiaolu Guo, autrice con Metropoli d’Asia di La Cina sono io e 20 frammenti di gioventù vorace. Nell’intervista si è palato soprattutto della politica del figlio unico in Cina e del recente alleggerimento delle sue misure.

cantindeane@mailxu.com marett@mailxu.com fambrough-qiana@mailxu.com hampel_leticia@mailxu.com