Finalmente Brian Gomez ci ha inviato un link utile: quello dell’Hideout, locale dove il Terry Fernandez protagonista di Malesia Blues si esibisce quasi ogni sera. Ma pechè somiglia così tanto a Brian Gomez? E perché è indicato come “BG”?
Strana Malesia (2)
Se ne parlava a Ubud Writers Festival: la liberazione sessuale come tema dominante in paesi che entrano in scena prepotentemente. E se da un lato siamo noi a guardarli, sorpresi dalla crescita che appare inarrestabile, dall’altro sono loro che guardano sè stessi: nel giro di un paio di generazioni, cambiano le regole del gioco. Seksualiti Merdeka l’evento a cui si riferisce la foto (letteralmente “Indipendenza sessuale”), si è svolto pochi giorni fa in un paese, la Malesia, dove vige la Sharia. Basta guardare il ritratto di famiglia per capire dove i nostri eroi vogliono andare a parare.
Se ne parlava a Ubud facendo un raffronto tra India e Indonesia, dove la liberazione sessuale è affare femminile (e noi ci siamo con Dangerlok, tipi pericolosi, di Eunice De Souza, di prossima uscita, e con Le Donne di Saman, di Ayu Utami) da un lato, e Malesia e Singapore dall’altro: in questi due ultimi paesi, stranamente quelli più oppressivi e arretrati come legislazione e giurisprudenza, sono semmai gli omosessuali a rompere il ghiaccio.
Infine, una vecchia intervista del nostro Brian Gomez, con una foto che è tutta un programma. Girare la sera i pub di Kuala Lumpur (detta KL) con lui e la sua Melanie, trovare gli ambienti più meticci e le musiche più contaminate che si può, vederlo prendere in mano la chitarra e regalarci un blues, è una festa. Brian, me lo mandi ‘sto dvd o no?
http://www.metropolidasia.it/blog/?p=445
Ubud vs Frankfurt parte seconda
Dunque nelle stesse identiche date della più importante fiera del libro globale, a Ubud (Bali) vengono invitati scrittori e operatori, a raccontare i loro libri e le loro storie. Metropoli d’Asia era lì insieme a Brian Gomez (Malesia Blues) e Djenar Maesa Ayu (il cui Nayla tradurremo più avanti). Festival un po’ particolare, certo, con una preponderanza di autori australiani e quindi come spesso accade a questi eventi asiatici un po’ sbilanciato verso le scritture in inglese: comanda chi ci mette i soldi, certo. Però vetrina per autori altrimenti sconosciuti. Ve ne segnalo alcuni. Ma Thida, attivista per i diritti umani in Birmania, collaboratrice di Aung San Suu Kyi, che racconta come sia diventata screittrice dopo cinquae anni e sei mesi di detenzione ai quali è sopravvissuta imparando le tecniche di meditazione buddista vipassana. Ma Thida ritiene che la sua decisione di diventare scrittrice (con un memoir, e ora un romanzo) sia una sorta di continuazione di quelle pratiche di meditazione. Un po’ surreale la sua presentazione, costretta com’era a rispondere a monosillabi alle pressanti richieste del pubblico circa la situazione presente in Birmania e le prossime elezioni farsa di novembre: subire la censura e doversi adeguare è altra cosa che parlarne a tavolino. La vediamo in una collezzione di interviste video mica male, con alcuni autori che spiegano cosa leggono, e come scrivono. Dal sito e da Facebook consiglio questa pagina su Sutardji , ma gli scrittori indonesiani sono presenti un po’ dappertutto, cercate l’intervista a Dewi Lestari e questa pagina su Sitor Situmorang
Mica male l’idea di continuare Ubud Festival in molte altre città Indonesiane con il tour di una dozzina di gruppi Hip Hop australiani e indonesiani.
http://www.metropolidasia.it/blog/?p=426
Ethos
Singapore. A cena con Fong Hoe Fang di Ethos Books. Pubblicano molta poesia, memoir, qualche raccolta di racconti. Mi spiega che qui manca l’aria: una ragnatela di restrizioni leggere ma insistenti, un regime oppressivo, democratico nella forma ma con la prevalenza e la prepotenza del partito di governo. Ha un amica che si presentò alle elezioni criticando il potere, e fu di fatto espulsa dal paese. Difficile che un autore si senta libero di raccontare storie aperte, con lo sguardo acceso sulla società che lo circonda. Tendenza a ripiegare sul privato, a guardarsi l’ombelico. E allora viene più facile fare poesia, o scrivere racconti brevi piuttosto che romanzi. La prossima settimana Ethos Books presenta alla Arts House una raccolta di poesie di Yeong Pwai Ngon, il libraio indipendente di lingua cinese più noto in città. Pwai Ngon ha scritto un bel romanzo, che spazia dagli anni della repressione, inizio ’80, fino ai tempi nostri. Non ha paura, lui: è già stato dentro un paio di volte, per mesi.
http://www.metropolidasia.it/blog/?p=420
Solitudini vs Moltitudini
Vado un po’ per associazione di idee. I Giochi del Commonwealth di Delhi sono in forse: l’endemica follia e inefficenza indiana hanno prodotto come risutato stadi pericolanti, villaggi degli atleti fatiscenti. Una società ipertrofica, sregolata, dove tutti sono a contatto con tutti senza filtri di genere, di lingua, di casta o di censo. All’opposto, nel continente, Singapore, Hong Kong, Seoul con i loro grattacieli che svettano, le linee ad alta velocità, gli avvenirismi. Compariamo le visioni del proprio mondo che hanno gli scrittori di questi paesi, andando a scandagliare riviste e blog letterari per capire la loro relazione con l’arte in genere: che fotografie, che pittura, che installazioni scelgono i poeti per rappresentare sè stessi e gli altri?
Dall’India: segnalato da Annie Zaidi nel suo blog e un articolo da The Caravan. Da Singapore e Hong Kong: Quarterly Literary Review Singapore, e Cha.
http://www.metropolidasia.it/blog/?p=396
Brian Gomez, due appuntamenti in Italia per Malesia Blues
Metropoli d’Asia
Mercoledì 29 settembre – ore 18.30
Libreria Giunti al Punto – Torre di Abele
Via Pietro Micca, 22 – Torino
Brian Gomez
presenta il suo libro
Malesia Blues
modera:
Andrea Berrini
interviene:
Irma Piovano
Giovedì 30 settembre – ore 18.00
Libreria Melbookstore
Via Rizzoli, 18 – Bologna
Brian Gomez
presenta il suo libro
Malesia Blues
modera:
Andrea Berrini
interviene:
Silvia Vignato
Un romanzo che parla di terroristi, prostitute, politici e altra roba divertente.
Una storia irriverente, grottesca e tragica animata da una galleria di personaggi che ricordano le black comedy di Tarantino.
http://www.metropolidasia.it/blog/?p=388
Divorare la civiltà
Annie Zaidi, giornalista e scrittrice, riesce sempre a raccontarci qualcosa di nuovo sull’India di oggi, anche solo grazie a una scelta di spigolature. Qui ci racconta di come il Governo dello stato di Bombay (ooops, Mumbai…), il Maharashtra governato da anni dai partiti della destra religiosa, abbia messo fuori legge una parola: fame. Tra poesie d’amore, critica letteraria e inchiesta giornalistica il suo blog Known Turf è tra i più interessanti in circolazione. Known Turf, ovvero zolle conosciute, è anche il titolo del suo libro inchiesta, un viaggio attraverso l’India ‘altra’, l’India invisibile, consumando le suole delle proprie scarpe alla Kapuscinski: “Questa è la mia zolla. Il pezzo di terra dove intendo mantenere le mie radici. Le zolle ignorate hanno l’abitudine di sollevarsi e divorare le ‘civiltà’ “. Eccone l’incipit: “I cannot boast of having a secular interest in lawlessness per se, but as far as dacoits (n.d.t: banditi) are concerned it is true that I was fascinated, probably on account of having watched too many Hindi movies: horses, high drama and all of that. Also, in a corner of my mind lay buried a story my grandmother used to tell me about my great-grandfather and a dacoit called Sultana daaku…”
Metropoli d’Asia tradurrà il bellissimo libro di Annie Zaidi nei prossimi mesi.
http://www.metropolidasia.it/blog/?p=381
Strana Malesia
Quando si dice che la letteratura rivela… Il Ministero degli Interni malese si è trovato recentemente alle prese con un dilemma: cosa fare di Body2Body, antologia di storie omosossuali edita da Matahari Books?
La Malesia è un paese dove la Sharia è applicata in modo… ondivago. La parte della popolazione di etnia Malay (circa il 65%, ma il governo dice l’80%, l’opposizione dice il 50%!) sarebbe infatti tenuta a osservare legge coranica, mentre gli altri (Cinesi Hokkien, Cantonesi, Tamil, WASP e altri bianchi a piacere) no. In realtà vengono applicati solo alcuni principi, simbolicamente. Ad esempio ai Malay è vietato partecipare a corsi di ginnastica yoga (si registra un grosso dibattito intorno al Pilates). Come si può immaginare, dietro tutto ciò ci sono appetiti e clientele del politico di turno. In questo caso, non avendo il coraggio di censurare il libro, qualcuno manda i poliziotti nelle librerie a… comprare tutte le copie rimanenti. Risorse naturali, tecnologie di punta (perfino nell’industria aerospaziale), biotecnologie, informatica, anche un grosso produttore automobilistico fanno della Malesia un paese di punta. Anche perchè dagli stretti passa la quasi totalità del traffico navale tra oriente e Europa. Anche perchè la Malesia è (era?) paradiso fiscale. Anche perchè è zona franca per petrodollari in libera uscita. E quando i dollari USA si mescolano ai petrodollari c’è sempre da divertirsi… Corpo a corpo!
http://www.metropolidasia.it/blog/?p=377
Frankfurt Buchmesse vs Ubud Writers Festival
Stesse date, dal 6 al 10 ottobre, circa dodicimila chilometri di distanza. La competizione tra Ubud Writers & Readers Festival e Fiera di Francoforte è evidente. Per ora, Golia è in Europa, ma la fionda degli indonesiani tira lontano. Ho chiesto agli organizzatori: questo significa tagliar fuori praticamente tutti gli operatori dell’industria editoriale globale, che non possono esimersi dal pagare pegno alla più grande fiera del mondo. Risposta: no, molti asiatici vengono qua. E’ l’ora della svolta, chi è interessato all’Asia faccia una scelta. Presuntuosi? Sì, ma interessanti. Alla settima edizione, gli scrittori invitati sono più di 120 alla faccia della crisi, per la maggior parte da Asia e Pacifico. Molti scrivono in inglese, lingua che sarà ancora il medium preferito degli incontri: ma a questo punto la scelta non è più di retroguardia, è un modo come un altro di cercare di imporsi al mondo. Ma Jan, Tash Aw, Najat el Hachmi, Nguyen Qui Duc saranno a Ubud.
Anche Metropoli d’Asia.
E, del resto, i contatti a livello globale tra editori e agenti non si tengono via web, di questi tempi? Io apro il mio skype, il mio gmail, e ho il volto dell’ interlocutore davanti agli occhi. Non posso pagar da bere, certo. Ma pochi mesi fa, quando i visitatori della fiera di Londra restarono a casa bloccati dal fumo del vulcano, la maggior parte degli appuntamenti fu onorata via web. E molti dissero: beh, ho fatto meno fatica.
Europe vs Asia…
http://www.metropolidasia.it/blog/?p=372
Ricominciare
Bentornati, dunque. Ricominciamo a postare sul nostro blog, con un po’ di notizie varie sugli autori della scuderia MdA. Amruta Patil incrocia le nostre scelte con una bella recensione del 20 agosto a LIE, di Gautam Bhatia, che appare anche sull’ultimo numero di Biblio . Una nuova graphic novel scritta da un autore decisamente anomalo, architetto di professione e scrittore per passione, intellettuale e civile capace con la sua satira di raccontare l’India a partire dai gusti architettonici dei ricchi o dalle trasformazioni del segno grafico classico in iconografia contemporanea. Speriamo di riuscire a portarlo presto in libreria anche in Italia. Un libro che conferma l’attenzione degli intellettuali indiani (ma Bhatia inorridisce davanti a questa definizione) per la società nella quale vivono, che, per inciso, è attraversata da un dibattito acceso intorno alle attività paramilitari dei gruppi maoisti negli Stati dell’Est e alla feroce repressione da parte dei reparti speciali dell’esercito. Ne fanno le spese i contadini poveri di quelle regioni. Gli ultimi numeri di Tehelka con le inchieste di Shoma Chaudury forniscono un buon aggiornamento sul tema.
Il blog di Amruta sforna con cadenza ormai regolare belle tavole e pagine a fumetti. Di questo passo renderà superflua la pubblicazione su carta della sua nuova graphic novel…
Zhu Wen intanto continua nella promozione del suo ultimo film THOMAS MAO. Dopo la grande accoglienza al Shanghai Film Festival, che come tutto ciò che è Cina sta scalando le classifiche di notorietà e ambisce a entrare nella schiera dei festival di serie A pronto a sfidare Cannes, Venezia, Berlino, THOMAS MAO sbarca al London Film Festival in ottobre cercando una distribuzione nelle sale europee. Noi, dopo DOLLARI LA MIA PASSIONE, abbiamo in uscita il suo primo romanzo, L’AMORE E L’IMMONDIZIA, per gennaio.
Intanto, dalla Malesia, for some strange reason…http://ubudwritersfestival.com/writer/brian-gomez.
Ma su Ubud Writers and Readers Festival e su Malesia Blues continuiamo tra qualche giorno.
http://www.metropolidasia.it/blog/?p=368