Siamo alla Jaipur Literature Festival, importante evento letterario indiano che quest’anno ha fatto molto parlare per le polemiche legate all’invito a Salman Rushdie e le questioni legate alla sicurezza. Seguiteci su Twitter per aggiornamenti da lì, e seguite anche l’hashtag #JLF per tutto quello che riguarda il Festival.
In diretta dallo Jaipur Literature Festival
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Sette libri per il Man Asian Literary Prize
È stata appena annunciata la shortlist del Man Asian Literary Prize. Evidentemente tra ex-aequo e indecisioni dei giudici i finalisti sono portati a sette anziché agli usuali cinque. Questo l’elenco completo, con le schede dei libri e degli autori.
Da segnalare inoltre che è la prima volta che un autore sudcoreano entra nella lista. Il vincitore sarà proclamato a marzo.
Jamil Ahmad, Pakistan – The Wandering Falcon (Penguin India/Hamish Hamilton)
Jahnavi Barua, India – Rebirth (Penguin India/Penguin Books)
Rahul Bhattacharya, India – The Sly Company of People Who Care (Pan Macmillan/Pan Macmillan India/Picador)
Amitav Gosh, India – River of Smoke (John Murray/Penguin India/Hamish Hamilton)
Kyung-Sook Shin, Corea del Sud – Please Look After Mom (Alfred A. Knopf)
Yan Lianke, Cina – Dream of Ding Village (Grove Atlantic)
Banana Yoshimoto, Giappone – The Lake (Melville House)
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Pathlight, una nuova rivista dalla Cina
Apprendiamo da Paper Republic di una nuova rivista letteraria che circola in Cina. Si chiama Pathlight – New Chinese Writing e attualmente si trova in procinto di pubblicare il secondo di tre numeri di prova.
Il primo era incentrato sugli scritti di alcuni partecipanti al Mao Dun Literature Prize, premio in realtà piuttosto controverso del quale avevamo già avuto modo di parlare. Il secondo sarà sulla London Book Fair, importante appuntamento del settore dove alla Cina sarà dedicato un focus di mercato.
La rivista, trimestrale, non è ancora attualmente disponibile in digitale, ma promette di diventarlo appena uscita dal periodo di prova. Si può comunque acquistare su Amazon China.
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Cina, più social che socialista?
Qualche tempo fa Associna aveva proposto uno schema comparativo sullo stato dei social network in Cina. Se probabilmente non stupisce più di tanto vedere come i servizi più diffusi a livello mondiali siano bloccati o funzionino a intermittenza, è interessante notare come si siano sviluppati dei loro cloni, con funzioni e caratteristiche simili.
Il più diffuso di questi è sicuramente Weibo, servizio di microblogging con caratteristiche del tutto simili a quelle di Twitter, e un bacino di utenti ancora maggiore. China Files gli ha dedicato un approfondimento, partendo da alcuni episodi emblematici dell’anno passato e di come sono stati vissuti all’interno del social network. Ne emerge un universo in pieno fermento, e con numeri quantitativamente notevoli.
Ci troviamo in questa fase in uno di quei tipici momenti in cui lo slancio tecnologico è un passo leggermente avanti rispetto all’intervento regolatorio delle autorità centrali. Intervento comunque che già c’è ed è al centro di un dibattito per i suoi sviluppi ulteriori, ma a questo punto diventa difficile capire quali saranno le specifiche iniziative in un terreno per sua natura piuttosto inafferrabile.
Per approfondire ulteriormente l’argomento, segnaliamo questo eBook curato da China Files intitolato La danza del drago digitale.
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L’agenda di Metropoli d’Asia
Ci rendiamo sempre più conto che la letteratura e la cultura si nutrono anche di eventi, e qui tra notizie, viaggi, Twitter e cose varie ce ne capitano per le mani molti. Allora, può essere interessante cercare di fare un po’ d’ordine nel settore.
Forse avrete notato che qui in alto è comparso un nuovo pulsante chiamato “Eventi”. Cliccandoci si accede a una lista in continuo aggiornamento di eventi letterari e non che riteniamo interessanti, e passandoci sopra con il mouse si apre un menu per filtrarli per stato.
L’obiettivo, modesto, è quello di diventare piano piano un punto di riferimento mondiale per i territori di nostra competenza, ma già che ci siamo anche per l’Italia. Sono ovviamente ben gradite le segnalazioni, che potete inviare all’indirizzo info [at] metropolidasia.it.
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Ai traduttori quel che è dei traduttori
Nella prossima edizione del DSC Prize, gli autori divideranno il loro premio con i traduttori. Come riporta in questo articolo il sito The Pioneer, non è la prima volta che accade una cosa del genere, ma è la prima volta per un premio così prestigioso.
Stanno quindi cambiando i tempi? Forse, ma nella seconda e più lunga parte dello stesso articolo si analizza più in dettaglio la situazione del ruolo di questo mestiere, e si ritiene che i passi compiuti non siano molto significativi.
In India, ne avevamo già parlato, tutta la questione assume poi dei connotati particolari, che vanno al di là del linguaggio formale, e in particolare alla resa con l’inglese. Riferimenti culturali, formule tipiche, opportunità o meno di inserire note, sono solo alcune delle questioni in ballo.
L’articolo segnala un’iniziativa del Ministero della Cultura indiano chiamata Indian Literature Abroad, che cerca di tradurre e promuovere la letteratura indiana nelle lingue ufficiali dell’Unesco, che sono inglese, francese, arabo, spagnolo, russo e cinese.
Foto: Greg Walters
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La letteratura “da film” in India
Riprendiamo un recente articolo di Outlook India che parla dei libri che nascono dalla produzione cinematografica, riproponendone le sceneggiature.
Questo filone è stato solo da poco scoperto da Bollywood, e si sta rivelando un notevole successo di pubblico in India. L’effetto secondario, si fa notare, è una maggiore attenzione nei dialoghi dei film in fase di scrittura.
Il lungo articolo propone numerosi titoli che faranno contenti gli appassionati del genere, come Cinema Hindi che è un sito che seguiamo e a nostra volta consigliamo per restare aggiornati sull’argomento.
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L’antologia del folklore asiatico
Da Cha: An Asian Literary Journal troviamo la segnalazione di un’interessante iniziativa chiamata Eastern Heathens, legata al recupero dell’immaginario folkloristico di tutto il Sud-est asiatico.
In pratica: favole, miti, piccole storie da riscoprire e riprendere dal passato per riproporle a un pubblico più adulto e maturo.
La scadenza, per chi volesse partecipare, è a 31 gennaio 2012. Interessante esplorare il sito, dove si può trovare ad esempio una lista di favole di partenza, divisa per stati.
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Editoria digitale in Cina, il caso Tangcha
Nonostante il mercato cinese dell’editoria digitale attraversi ancora qualche difficoltà, dovute tra le altre cose alla mancanza di piattaforme di distribuzione uniformi, scarsezza di carte di credito e pericoli derivanti dalla pirateria, il caso di Tangcha rappresenta un interessante esempio di successo.
Ne parla Paper Republic che intervista il fondatore Lawrence Li. La piccola casa editrice, solo digitale, punta su un catalogo piuttosto eclettico (si va dai romanzi a una biografia di Steve Jobs), e una certa capacità di muoversi in Rete: pubblicità che si basa fondamentalmente sul passaparola e uno stile piuttosto glamour.
Stile che però si traduce in una notevole attenzione per la leggibilità, con addirittura il lancio di un nuovo carattere tipografico. Sul futuro, Lawrence Li è ottimista. Oltre alla maggiore diffusione delle carte di credito, è convinto che i cinesi sapranno apprezzare e-book di qualità, anche nella confezione.
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L’India nel sangue
Non parliamo di fiction, ma riprendiamo una segnalazione di Outlook India su un libro che offre uno sguardo sull’India e su una delle città più interessanti, Delhi. Lo fa attraverso una sorta di autobiografia del giornalista Nihal Singh, intitolata Ink in My Veins: A Life in Journalism, tra aneddoti e descrizioni della città a cavallo degli anni dell’indipendenza.
300 pagine di un’India piuttosto urbana e da vita quotidiana, contrapposta agli stereotipi del tè e dei viaggi stipati in treno, attraverso una serie di eventi chiave che ne hanno segnato la storia recente.
http://www.metropolidasia.it/blog/?p=1384