Il sito FeedBooks ha intervistato Andrea Berrini, editore di Metropoli d’Asia. Con l’occasione si è parlato di come è nata la nostra casa editrice e delle sue attività, in particolare quelle per scoprire i nuovi autori. In chiusura, anche qualche consiglio letterario.
Durante un primo soggiorno a Bombay, seguendo un lavoro totalmente differente, mi resi conto che nelle librerie e nelle case degli amici c’erano molti romanzi assolutamente sconosciuti in Italia, e in parte anche sconosciuti solo fuori dall’India. Quando chiedevo i nomi di autori che avessero raccontato storie ambientate in quella città, mi stupivo di scoprire che Kiran Nagarkar, Cyrus Mistry o Eunice De Souza, solo per citarne alcuni, restavano impubblicati in Italia.







E magari anche un po’ di confusione, perchè di questi tempi è difficile far discorsi lineari, argomentare: sulle nostre responsabilità e corresponsabilità nei confronti di un paese che è, non dimentichiamolo, una dittatura
A Yi: raccontare le bassezze, le cattiverie, le impossibili convivenze tra gli umani: meglio raccontarle che costruirle
E’ inverno e ci sono tre personaggi a Chaoyang. Quattro, contando l’Alfa gialla. Cinque, contando anche il panda che…
La censura sulla produzione letteraria stirnge il suo cerchio. E contemporaneamente il Governo cinese inonda di contributi gli editori all’estero. Risultato: narrazioni addomesticate, castrate. Come dobbiamo comportarci?
Gli Hanggai, una sera, in un capannone di Pechino. A cavallo di un cavallo. Con l’auspicio che ci salti in groppa anche qualche scrittore, a un cavallo così.
Venite nel mio atelier un pomeriggio, ma restate quando fa buio, dice l’artista e performer. Quel che si vede, e quel che non si vede in Cina
Tema: il lavoro. C’era Pennacchi. E sarà pure un buon libro il suo Mammut, ma perchè urlare come fossimo in tv? Figuraccia

