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    La casa editrice di Andrea Berrini, scrittore e saggista. L’obiettivo: scoprire e tradurre narratori contemporanei asiatici che propongono scritture innovative.
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Tutti i post su libri

Cyrus Mistry e i parsi di Bombay

Quando l’India fu ospite d’onore al Salone del Libro di Torino, nel 2010, Metropoli d’Asia aveva da poco portato in libreria Le Ceneri di Bombay, il primo romanzo di Cyrus Mistry che fu finalista al Crossword Award, a quei tempi il premio indiano più prestigioso. A Torino erano invitati 26 autori indiani, e praticamente tutti gli editori italiani si erano affannati a pubblicare almeno un romanzo dall’India: le vetrine delle librerie di tutta Italia erano dedicate a quel paese, tale era la messe di titoli da esporre. Tuttolibri della Stampa, con un lungo articolo di Alessandro Monti a pagina piena, fece il punto sul boom recente della narrativa indiana in lingua inglese, e citò quattro romanzi come meritevoli di essere letti: uno era Le Ceneri di Bombay. Nessuno meglio di Cyrus Mistry sa raccontare quella città, e ne sono convinto anch’io.

Le Torri del Silenzio ne esplora meno gli anni recenti, il racconto si dipana a cavallo degli anni di Ghandi e dell’indipendenza indiana. Ma è capace di raccontarci il mondo dei parsi, quella comunità di origine persiana, di religione zoroastriana, che oggi lotta a Bombay per la sua stessa sopravvivenza.

E’ un romanzo di grande respiro, narra la caduta, per amore, di Elchi, che pur figlio di un venerato sacerdote ha disceso la scala sociale della propria comunità fino a trovarsi in basso, a contatto con uno dei riti più noti e discussi, quello che consente ai defunti di concludere il doloroso ciclo delle reincarnazioni.

Sono parsi i Tata, una delle più note famiglie industriali nel paese, i Mehta come lo Zubin acclamato direttore d’orchestra. E’ parsi Cyrus Mistry, come il fratello Rohinton, autore più noto di cui Cyrus, con questa seconda prova di lungo respiro dopo una attività da poeta e scrittore per il teatro, dimostra di essere all’altezza.

La Corea del Sud e il Nobel

Questa analisi cerca di spiegare perché la Corea del Sud (quest’anno comunque ben rappresentata dallo scrittore Ko Un) non ha mai vinto un Nobel per la letteratura.

Ci sono difficoltà innanzitutto legate alle traduzioni in inglese, secondo l’articolo ancora troppo poche per essere considerati per il premio, e c’è poi un problema generazionale, con alcuni buoni autori ormai morti o anziani, e una nuova generazione non ancora molto conosciuta.

Viene citato nell’articolo anche Kim Young-ha, del quale Metropoli d’Asia ha recentemente pubblicato L’impero delle luci.

Via: World Literature Today

Luigi Grazioli parla di L’impero delle luci, su Doppiozero

Su Doppiozero, progetto editoriale dove scrive anche l’editore di Metropoli d’Asia Andrea Berrini, lo scrittore Luigi Grazioli offre una recensione di L’impero delle luci, di Kim Young-ha, parlando sia dello stile che caratterizza il libro sia dello scenario in cui è inserita la narrazione (il rapporto tra le due Coree).

L’atelier citato da Internazionale

Sull’ultimo numero del settimanale Internazionale, L’atelier, di Yeng Pway Ngon, è stato inserito tra i libri consigliati.

Un’anteprima di L’Atelier su China Files

China Files pubblica un estratto da L’Atelier, di Yeng Pway Ngon, il nuovo libro appena uscito per Metropoli d’Asia.

Il furgoncino correva spedito sulla strada, Hanguang sedeva accanto al guidatore; di tanto in tanto si scambiavano qualche frase mentre Jianxiong, seduto dietro, osservava in silenzio il paesaggio che scorreva fuori dal finestrino, con lo sguardo perso nel vuoto e la testa sottosopra che andava su e giù come i bracci sovraccarichi di una bilancia. Dopo che era rimasto per tre anni in un kampung malese ad allevare polli e fare dolcetti senza ricevere mai alcuna notizia, l’organizzazione gli aveva finalmente permesso di unirsi alla guerriglia.

Durante il primo anno Jianxiong trovava la sua situazione assurda e anche molto deprimente; aveva lasciato famiglia e fidanzata e affrontato i pericoli della clandestinità per allevare polli? Hanguang percepiva la rabbia e l’abbattimento di Jianxiong, gli diceva di avere pazienza, che i capi dovevano metterlo alla prova prima di assegnargli dei compiti. E come facevano per metterlo alla prova? Attraverso Hanguang? Era molto confuso.

(continua a leggere su China Files)

Il grande romanzo di Singapore: L’atelier, di Yeng Pway Ngon

Il grande romanzo: perchè narra più decenni di vita di questa anomala città stato, piazza finanziaria legata all’occidente un tempo, oggi riciclata in luna park per il turismo asiatico. Dittatura anche feroce sulla via di un progressivo annacquamento, grazie a una opposizione sociale che guadagna consensi (il 40% alle ultime elezioni). Strano, curioso esperimento in vitro per la nuova e prorompente classe media asiatica, che qui sperimenta le gioie e le depressioni di un’esistenza contemporaneamente iperregolata, noiosa, e eccitante di nuova trasformazione.

Ma questo è solo lo scenario. Il romanzo di Yeng Pway Ngon racconta le vite di un gruppo di giovani artisti e del loro più anziano mentore, le storie d’amore, i progetti e le disillusioni, le personalità artistiche e l’impegno sociale, la galera, la guerriglia, la vita famigliare. Personaggi che traspaiono distinti da ogni riga, vividamente descritti dalla penna di uno scrittore che in questa narrazione mette tanto della propria autobiografia.

Artista lui stesso, proprietario di una mitica libreria, la Grassroots Booksroom, scrittore insignito del più grande riconoscimento alla carriera nel suo paese, il Cutlural Medallion, quindici giorni fa  insignito (con L’Atelier) del prestigioso South East Asian Writer Award a Bangkok, e citato tre volte (anche per L’Atelier) tra i migliori dieci libri in cinese dell’anno dalla prestigiosa Asia Weekly di Hong Kong . Già: perchè la lingua originaria de L’Atelier è il mandarino, spesso impreziosito dai dialetti utilizzati dalla popolazione cinese di Singapore (la stragrande maggioranza nel paese), dialetti del sud della Cina come il cantonese, l’Hokkien e altri.

Metropoli d’Asia detiene i diritti internazionali di questo romanzo. Ora, grazie a una imminente edizione in inglese a Singapore, lo proporremo all’Asia e al mondo. È la nostra vocazione: scoprire voci trascurate dall industria internazionale del libro, portarle a un pubblico sempre più vasto.

E, a proposito, cari lettori: grazie dei vostri incoraggiamenti, grazie della vostra amicizia su Facebook, grazie dei vostri rilanci su Twitter. Grazie di tenerci in tante librerie italiane nonostante la crisi dell’editoria che morde grandi e piccoli. Siete voi, che continuate a premiare le nostre scelte.

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L’impero delle luci su L’Unità

L’Unità dedica una recensione a L’impero delle luci, di Kim Young-ha, mettendo l’accento sull’aspetto legato al rapporto del protagonista con le due città e le due vite che si trova di fronte.

Intervista a Kim Young-ha e Andrea Berrini su L’impero delle luci

Radio Onda d’Urto ha incontrato Kim Young-ha, autore di L’impero delle luci, e Andrea Berrini, in occasione del Festivaletteratura di Mantova.

Da questa pagina si possono ascoltare i due file, che si aprono direttamente cliccando sui rispettivi nomi.

Yeng Pway Ngon vince il SEA Award 2013

Il 14 ottobre l’autore singaporeano Yeng Pway Ngon riceverà uno dei South East Asian Writers Awards a Bangkok, sede dell’evento. Di lui Metropoli d’Asia manderà in libreria a breve L’Atelier, il suo romanzo più recente, citato da Asia Weekly di Hong Kong tra ‘i migliori dieci romanzi in lingua cinese dell’anno. Ecco una sua intervista precedente su YouTube.

Andrea Berrini su Radio Popolare

La trasmissione Sabato Libri di Radio Popolare la scorsa settimana è stata dedicata interamente alla Cina. Si è parlato non solo di letteratura, ma anche di temi economici e sociali.

È intervenuto anche Andrea Berrini, raccontando direttamente da Pechino la città e le sue caratteristiche, e la situazione della narrativa cinese, in particolare nel rapporto degli scrittori con il potere.

banter_josephine@mailxu.com