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    La casa editrice di Andrea Berrini, scrittore e saggista. L’obiettivo: scoprire e tradurre narratori contemporanei asiatici che propongono scritture innovative.
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Donne in India

Viene a trovarmi in ufficio Urvashi Butalia. È a Milano per l’inaugurazione della mostra Women Changing India, di cui ha pubblicato il catalogo, tradotto anche in italiano, con dei begli interventi di scrittrici note e meno note tra cui la nostra Annie Zaidi, che racconta di una visita a un progetto di microcredito [pdf].

Tanta parte dell’editoria indiana è fatta da donne, ma la sua Zubaan è qualcosa di più: Urvashi è un centro di relazioni, a Delhi. In Italia già sono apparse, dal suo catalogo, Selma, Bulbul Sharma, Baby Helder, e la nostra Shazia Omar. Anjum Hassan, nota più per i suoi interventi su The Caravan ha esordito con lei.

Zubaan è una delle case editrici indipendenti indiane più attiva, un successo anche in termini economici, al punto da riuscire a trovare un legame costante con il gigante Penguin, di cui cura una collana.

Un unico neo: pubblica solo romanzi di donne. Perché, Urvashi? Avresti la forza per importi come editore indipendente di grande risalto se ti aprissi alla narrativa senza distinzioni di genere. È l’editore giusto per intercettare voci giovani, nuove promesse. Dice: è questo ilnostro marchio di fabbrica, non posso tradire il mio pubblico.

Vedremo. A proposito: sta cercando un editore per il catalogo in Italiano (con testi e foto Magnum già acquisite). Si faccia avanti qualcuno.

Quakebook diventa gratis

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2:46 Aftershocks: Stories from the Japan Earthquake, conosciuto anche come Quakebook, è ora scaricabile gratuitamente su Amazon. L’idea parte da un appello lanciato su Twitter, come ha raccontato qualche giorno fa China Files: una chiamata alle armi per cercare contributi che raccontassero quanto accaduto da più punti di vista possibili. E sempre su Twitter si può seguire l’hashtag #quakebook per rimanere aggiornati.

I fondi raccolti sono destinati alla Croce Rossa giapponese. Può sembrare strano che un’iniziativa benefica non preveda nessuna forma di pagamento, ma come spiegano sullo stesso Quakebook sperano in questo modo di arrivare a coinvolgere un pubblico ancora maggiore, che da lì può raggiungere il sito della Croce Rossa. Nel giro di due settimane si si potrà poi anche acquistare la futura versione cartacea.

La ricerca della felicità

Si è appena concluso Mountain Echoes, un piccolo festival letterario tra le montagne del Bhutan. Il nostro Indrajit Hazra, autore di Il Giardino delle delizie terrene, resta naturalmente incuriosito dal GNH (Gross National Happiness), cioè la Felicità interna lorda, calcolata ogni anno nel piccolo regno himalayano. Ce ne parla, a modo suo, in questo articolo sull’Hindustan Times.

Il noir di Bangkok

Si pensa alla Thailandia, e vengono in mente i mille colori delle strade, delle luci e dei paesaggi. Ma esiste anche una dimensione underground, come ci spiega Bassifondi, che pubblica l’introduzione ai racconti di Christofer G. Moore, contenuti in Bangkok Noir:

Dietro il sorriso thailandese e il wai eseguito con grazia, poco oltre, si apre un altro scenario: la geografia dei conflitti, rancori personali, rabbia, vendetta, la sparizione e la violenza. Dove “perdere la faccia”, rivalità personali e lotte di potere hanno spesso conseguenze fatali. La possibilità di un pericolo, come un battito cardiaco irregolare, è imprevedibile. La maggior parte del tempo il pericolo non si vede, non ci si pensa. Ma quando all’improvviso esplode, la vittima cade con violenza e non si rialza.
Scivolare dalla superficie luminosa del giorno di Bangkok al mondo aspro del noir, spesso sembra un passaggio di anni luce.

(continua a leggere su Bassifondi)

Spighe planetarie

Fa sempre piacere che si parli di noi in termini elogiativi. Devo dire che il termine “planetariamente” potrebbe darmi alla testa. Quanto alle spighe e alle querce beh, la metafora è buona ma non ci sarei mai arrivato da solo. Il concetto comunque è corretto. Grazie a Mirella Appiotti e a TuttoLibri per la bella segnalazione.

Women Changing India alla Fondazione Forma di Milano

Giovedì 26 giugno apre Women Changing India, mostra fotografica che ha già toccato l’anno scorso cinque città indiane. Milano è la prima tappa europea, poi sarà la volta di Londra, Bruxelles e Parigi.

130 foto, 6 fotografi che raccontano le donne indiane che stanno cambiando il paese, secondo diversi filoni tematici: educazione, politica, cooperazione sociale, lavoro, cinema. A corredo delle immagini anche diversi contributi filmati.

L’esposizione sarà aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 20 (giovedì e venerdì 10-22), fino al 19 giugno. La sede è la Fondazione Forma di Milano, in piazza Tito Lucrezio Caro 1.

Cinema e scrittori: The Popcorn Essayists

Un libro uscito da poco in India, curato da Jai Arjun Singh e intitolato The Popcorn Essayists. What movies do to writers, ha messo tredici scrittori di fronte al proprio rapporto con il cinema. La particolarità è che nessuno di loro scrive per il cinema, ma tutti hanno con il grande schermo un legame più meno intimo, che hanno raccontato da diversi punti di vista e sensibilità.

Ne ha scritto l’Hindustan Times riportando una piccola presentazione di ciascun brano. Gli autori sono: Rajorshi Chakraborti, Musharraf Ali Farooqi, Namita Gokhale, Anjum Hasan, Amitava Kumar, Madhulika Liddle, Jaishree Misra, Manjula Padmanabhan, Kamila Shamsie, Jai Arjun Singh, Manil Suri, Sumana Roy, Sidin Vadukut.

Dissidenze

Sui nostri media si parla sempre più spesso della Cina (era ora!). Come sempre, ci si concentra su argomenti più facilmente spendibili: i dissidenti, ad esempio, e quindi Ai Weiwei, l’artista recentemente incarcerato. Il suo arresto ha in realtà colto abbastanza di sopresa la comunità artistica e intellettuale cinese, che negli ultimi anni si è data una regola non scritta: criticare la società, e singoli funzionari, o aspetti del potere, ma non esprimere mai una opposizione esplicita alla mancanza di democrazia (il Partito Unico), o a temi “sensibili” quali il Tibet e Taiwan.

Così fa il nostro Han Han. La sua rivista Party, Un coro di assoli aveva ospitato numerosi scritti critici (tra quali uno dello stesso Ai WeiWei) ed è stata chiusa dopo il primo numero. Ma senza arresti: Han Han, quando l’ho incontrato a Shanghai, non si mostrava per nulla preoccupato.

Pochi giorni prima aveva postato sul suo blog la ripresa live di un grosso incendio a a Shanghai al quale la tv di stato aveva rinunciato (su richiesta dall’alto) a dare copertura. Risultato: il suo blog, e tutti gli altri che lo hanno ripreso, sono stati inondati di commenti (si parla di 80.000 persone) di protesta contro la televisione e le ingerenze del potere (che si giustifica dicendo: non bisogna deprimere il morale delle masse con notizie negative…!). Insomma: è così che si esprime la protesta in Cina.

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Chandrahas Choudhury e le poesie di Kabir

Chandrahas Choudhury, scrittore e blogger, ha scritto una recensione dell’ultima raccolta di traduzioni del poeta e mistico indiano Kabir. Il libro si chiama Songs of Kabir, e le traduzioni sono di Arvind Krishna Mehrota. Oltre alla recensione, però, Chandrahas Choudhury ha pubblicato sul suo blog un interessante post di analisi del testo, concentrandosi sulla traduzione (in inglese) di due di queste poesie.

Le donne di Saman alla libreria Ubik di Napoli

Mercoledì 18 maggio, alle 18, nella Libreria Ubik di Napoli (via Benedetto Croce 28) si parlerà del libro Le donne di Saman, di Ayu Utami (l’autrice non sarà presente). Interverranno Ersilia Francesca e Antonia Soriente, docenti dell’Università Orientale di Napoli.

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vanness_darrick kinnonholli@mailxu.com