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    La casa editrice di Andrea Berrini, scrittore e saggista. L’obiettivo: scoprire e tradurre narratori contemporanei asiatici che propongono scritture innovative.
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Ou Ning, l’intellettuale cinese che torna alla terra

Poliedrico intellettuale e artista, curatore di mostre d’arte, critico letterario, grafico, propugnatore del Movimento per la Ricostruzione Rurale, Ou Ning ha lasciato Pechino per andare a vivere in uno splendido villaggio tradizionale nel centro della Cina

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La ragazza del karaoke, di Claire Tham

Poche settimane fa ho scritto un articolo per una rivista online di Singapore. In mezzo a tante altre cose ho scritto: quando, amici miei di Singapore, nascerà nel vostro paese il nuovo J.G. Ballard asiatico? Quando il nuovo Carver? Quando Singapore ci darà un grande romanzo sull’orrore suburbano?

La rivista è gestita da poeti, alcuni dei quali laureati a Oxford, e i poeti scrivono poesie, non romanzi. Ci si trovano anche molti racconti, come è tipico di questo strano paese, città stato di cinque milioni di abitanti, enclave finanziaria legata all’Occidente – e ai suoi capitali più sporchi, si mormora – che sembra emergere letterariamente sul terreno del racconto breve piuttosto che sulla narrazione più distesa del romanzo. I miei amici poeti hanno avuto un piccolo sobbalzo: e perché? Perché proprio noi dovremmo dare al mondo il Ballard asiatico?

Perché questa città racchiusa in sè stessa, dove una dittatura paraimprenditoriale in graduale alleggerimento governa come un Grande Fratello la vita di tre milioni di famiglie di impiegati, quella di un milione di immigrati ai quali sono destinati i lavori manuali, e quella di quasi un milione di ricchi imprenditori o rentier (Singapore è lo stato con la maggior densità per metro quadro al mondo di Lotus, Ferrari, Maserati, Aston Martin e Bentley), sembra un esperimento in vitro che sarebbe stato bene in un romanzo di fantascienza degli anni settanta.
Il suo popolo è la cavia di un mondo futuro (almeno in questa parte del continente asiatico) che sarebbe meraviglioso poter dissezionare con la penna di un grande autore. Quando chiesero a Ballard perché aveva tanto interesse per il ceto medio e per le aree residenziali extraurbane (il suburb) lui rispose: perché questo è il luogo del conflitto, il conflitto che non si vede.
La ragazza del Karaoke della giovane avvocatessa Claire Tham non è ancora il romanzo che attendo. Ma lei ha esordito con una raccolta di racconti intitolata: Fascist Rock, Stories of Rebellion che è tutto un programma, e aveva già provato a cimentarsi con una dimensione più lunga (Skimming). E il giallo (thriller, mistery, noir? un po’ tutte queste cose insieme) che ne è venuto fuori questa volta funziona. Gli ingredienti ci sono tutti: la ragazza cinese immigrata che lavora nel locale a luci rosse, il giovane manager rampante, e sopratutto l’ambientazione: un compound come ne stanno nascendo a grappoli a Singapore, luogo chiuso e recintato dove nelle residenze di lusso…
Suspence. Basti dire che la storia che racconta Claire Tham è una storia vera, avvenimento di cronaca nera che ha tenuto banco sulle pagine dello Straits Times di Singapore per mesi. E che Claire Tham si è guadagnata un certo numero di ammiratori tra i miei amici poeti, e un gran numero di nemici e detrattori dentro ai compound.

L’Asia in timelapse: gli scrittori la raccontano

La rapida trasformazione delle città in Asia orientale travolge la classe media che le abita. Gli scrittori interpretano lo spaesamento individuale raccontando storie che interessano anche noi occidentali. Stessi temi, diversa velocità (o lentezza) di mutazione

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Kim Young-ha e la Corea del Sud senza Samsung

Nel suo ultimo editoriale sul New York Times Kim Young-ha, autore per Metropoli d’Asia di L’impero delle luci e Ho il diritto di distruggermi, parla dell’importanza del successo in Corea del Sud di Samsung, società onnipresente in qualsiasi prodotto della vita di tutti i giorni.

Partendo dall’episodio recente di un malore che ha colpito il presidente del gruppo Lee Kun-hee, si chiede se l’economia e la società sudcoreane siano pronte a uno scenario futuro senza Samsung. Forse no, se non si permette a imprese più piccole di emergere rispetto alle chaebol che ne frenano lo sviluppo.

Ho il diritto di distruggermi su Le vie dell’Asia

Il blog di Marco Del Corona Le vie dell’Asia, ospitato all’interno del sito del Corriere della Sera, ha dedicato spazio a Ho il diritto di distruggermi, di Kim Young-ha. Il libro viene messo in relazione con Io ci sarò, di Shin Kyung-sook.

sono libri distanti, a cominciare dai tempi d’uscita e dal profilo degli autori, ma colgono rispettivamente due snodi storici cruciali della Corea del Sud, due fasi che l’hanno resa quella che è ora: la crisi finanziaria degli anni Novanta e la tormentata transizione da una sequenza di dittature fascistoidi alla democratizzazione degli anni Ottanta. Entrambi i romanzi contribuiscono a restituire visioni del Paese accomunate da un pessimismo a intensità variabile al quale è possibile reagire in modi diversi.

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Goenawan Mohamad all’Ubud Writers & Readers Festival

Come annunciato sulla pagina Facebook dell’Ubud Writers & Readers Festival, il poeta indonesiano e fondatore della rivista Tempo, Goenawan Mohamad, sarà presente nella prossima edizione del Festival, che si terrà dall’1 al 5 ottobre 2014.

L’impero delle luci recensito sul blog di Lorenzo Mazzoni

Una recensione di L’impero delle luci, di Kim Young-ha, sul blog dello scrittore Lorenzo Mazzoni ospitato da Il Fatto Quotidiano.

Pubblicato nel 2006, il romanzo rappresenta una delle opere di spicco di un autore originale e provocatorio. Il protagonista, Kim Kiyong, proprietario di una piccola società d’importazione di film stranieri, inizia una sua tipica, banalissima giornata di lavoro. Come sempre si è svegliato in orario, i suoi affari vanno a gonfie vele e la famiglia lo adora. Tutto inizia nella più opprimente delle routine, ma, appena arriva in ufficio, basta un messaggio nella sua casella di posta a infrangere l’illusione di questa apparente normalità

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The Suit, un racconto di Kim Young-ha

Su Words Without Borders è possibile leggere un racconto breve di Kim Young-ha, autore di Metropoli d’Asia di L’impero delle luci e Ho il diritto di distruggermi. Il titolo è The Suit.

My friend F’s call came in the middle of December, when the snow would not stop coming down and Manhattan was all but paralyzed. He said he had to get to New York right away but couldn’t find a hotel room since it was Christmas, and he asked if he could stay with us for a few days. My wife and I were living in a one-bedroom apartment so all we had to offer was a loveseat in the living room, but we told him he could come if he was OK with that.

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Lo speciale di China Files per Piazza Tiananmen

China Files dedica uno speciale ai 25 anni dai fatti di Piazza Tiananmen. Era il 4 giugno del 1989 quando l’esercito cominciò a sgomberare la piazza dove da tempo si erano radunati soprattutto studenti che chiedevano riforme.

Attraverso otto articoli si cerca di ricordare quei giorni, mettendo proprio l’accento su cosa resta dopo a quegli avvenimenti, e sul rapporto delle autorità con la loro memoria.

Il nuovo numero di QLRS

È online il numero 2 del 2014 di Quarterly Literary Review Singapore (QLRS).

L’indice, facilmente consultabile dal sito, è diviso in un editoriale del poeta Toh Hsien Min su concentrazione, creatività e attenzione; poesie; racconti; saggi; critiche e due interviste. Tutti i contenuti sono disponibili online.

luangamathrhu@mailxu.com gueninbilli@mailxu.com